Per il gruppo di lettura organizzato da Staffetta Umanitaria di cui vi ho già parlato nel post dedicato a "Naufraghi senza volto" ho scelto di leggere anche un altro titolo, del tutto diverso. Non si tratta infatti di un saggio ricco di termini tecnici, ma di un libro illustrato dove la parte testuale è davvero ridotta.
In comune però hanno il tema delle migrazioni, ed il fatto di riguardare eventi realmente accaduti.
Titolo: Preghiera del mare
Autore: Khaled Hosseini
Anno della prima edizione: 2018
Titolo originale: Sea Prayer
Casa editrice: SEM
Traduttore: Roberto Saviano
Illustratore: Dan Williams
Pagine: 56
"Preghiera del mare" è ispirato dalla drammatica vicenda di Alan Kurdi, il bambino curdo siriano che nel 2015 divenne simbolo della crisi dei migranti -con la sua magliettina rossa, privo di vita, su una spiaggia turca. Quella fotografia fu per giorni su tutte le testate giornalistiche cartacee ed online, fu trasmessa in tutti i telegiornali; eppure è bastato ben poco per dimenticare Alan e tutti i bambini, tutte le persone come lui annegate nel Mediterraneo e spesso mai ritrovate.
Immagine di Yante Ismail |
Hosseini, un popolare autore afghano che insieme alla sua famiglia ottenne l'asilo politico negli Stati Uniti quando era adolescente, dedica questo breve libro sotto forma di lettera
alle migliaia di rifugiati che sono deceduti in mare mentre fuggivano dalla guerra e dalle persecuzioni.
Nella prefazione al testo Roberto Saviano, giornalista e scrittore noto per il suo interesse nei temi più caldi della società, introduce uno spunto che sin da prima di intraprendere la lettura del libro vero e proprio fa riflettere:
Andiamo ancora più lontano e immaginiamo i luoghi in cui quelle persone sono nate: le case, i sorrisi dei loro genitori, le domeniche con i nonni. Famiglie numerose, tanti bambini. E poi la scuola, i libri, la televisione, il lavoro. Tutto potrebbe essere così. O tutto questo potrebbe essere cambiato repentinamente. Un colpo di stato. Siccità. Minoranze etniche o religiose costrette a fuggire. Ma chi fugge? Chi può, chi ce la fa, chi riesce a trovare le risorse per affrontare mesi di viaggio. E i libri? E i bambini? E i nonni? E le abitudini di ogni giorno?
"Preghiera del mare" contiene ben poche parole, ma quelle che troviamo agli angoli delle pagine magnificamente illustrate da Dan Williams sono perfettamente efficaci: colpiscono infatti il lettore come proiettili, come schiaffi in pieno viso, e lo accompagnano in un viaggio evocativo e doloroso.
Il padre che prega per suo figlio bambino, Marwan, conduce il lettore a partire dai ricordi di una Siria pacifica e rigogliosa -con i suoi pascoli, i suoi mercati, i suoi campi fioriti e i suoi olivi che ora gli sembrano un sogno.
Acquerello dopo acquerello, in Siria inizia la guerra e Marwan e suo padre si mettono in viaggio fino alla riva dove si imbarcheranno su un gommone, sul quale affronteranno le onde del Mediterraneo, tentando la fortuna, sfidando il destino.
Prego che, quando le rive si allontaneranno fino a sparire e la nostra barca non sarà più che un puntino gettato fra onde ribollenti, pronte a inghiottirla, Dio guidi la nostra rotta. Perché tu sei un carico prezioso, Marwan, il più prezioso di tutti. Vorrei che il mare lo sapesse. Inshallah. Prego perché lo sappia.
"Preghiera del mare" vi farà sentire la voce di tutti quei padri che pregano che il giubbotto di salvataggio funzioni, che possa bastare; che le onde non si alzino questa notte, che il motore non si guasti, che il carburante sia abbastazna, che non sia eccessivo il peso a bordo.
Vi fa viaggiare da un'immagine di Dan Williams all'altra, nei suoi colori dapprima accesi, colmi di vita, poi freddi, minacciosi come il Mediterraneo nelle notti ventose; "Preghiera del mare" fa soffrire, e toglie le parole con quelle poche che Hosseini ha scelto di adoperare, misurate, potentissime.
Non voglio con un flusso eccessivo delle mie appesantire un'opera che si legge in un attimo, ma resta in mente molto a lungo: l'unico consiglio che posso darvi è: leggetelo, al più presto, lasciatevi trasportare, e poi diffondetelo. Perché da poche frasi può nascere un cambiamento.
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