Dopo la pubblicazione di "Blankets" (fumetto del quale vi ho parlato qui) avvenuta negli Stati Uniti nel 2003, il disegnatore Craig Thompson ha compiuto un viaggio nell'anno successivo per presentare la sua opera all'estero: in Francia, in Spagna, in Germania. Si è anche recato in Marocco, alla ricerca dell'ispirazione per quella che sarebbe diventato il suo successivo fumetto, "Habibi", ed ha documentato il suo percorso in un volumetto che il suo editore è stato sin dall'inizio intenzionato a pubblicare.
Titolo: Carnet di viaggio
Autore: Craig Thompson
Anno della prima edizione: 2004
Titolo originale: Carnet de voyage
Casa editrice: Coconino Press
Traduttrice: Veronica Raimo
Pagine: 222
Questo fumetto è il diario di un paio di mesi del suo percorso, documentati giorno dopo giorno: Thompson illustra le persone che incontra, le cene alle quali partecipa, le presentazioni di "Blankets" dove disegna su innumerevoli copie, i luoghi che visita.
È necessario premettere che questi due mesi hanno rappresentato per l'autore un periodo piuttosto difficile. Profondamente triste per la fine della sua storia d'amore con Reina (la ragazza che
abbiamo imparato a conoscere tra le pagine di "Blankets"), tormentato da
una precoce artrite alle mani e in un momento della sua esistenza a dir
poco instabile, Craig Thompson affronta il viaggio con una mente non
propriamente aperta.
Questo appare evidente in modo particolare nel periodo trascorso in Marocco: mentre infatti gli chalet nella neve francese e la città di Barcellona soddisfano l'occhio e lo spirito dell'autore, una volta immerso nella confusione di Marrakech, Fez e dintorni Thompson sembra chiudersi, trincerarsi nel suo punto di vista di cittadino statunitense disgustato dalla sporcizia, dalla povertà, dagli espedienti dei locali al punto di ritrarre il paese nordafricano in modo assai poco attraente.
Inutile dire quanto i disegni di Craig Thompson mi siano piaciuti anche questa volta: in un semplice bianco e nero riesce a rendere pieno di vita tutto ciò che rappresenta sulla pagina, che sia un gattino sulle strade di Marrakech, un corpo femminile, un albero o un dettaglio delle architetture di Gaudì.
La mia motivazione alla lettura di "Carnet di viaggio" è stata l'intenzione di leggere prossimamente "Habibi" e quindi di scoprire come la sua ambientazione sia stata ispirata dai viaggi compiuti dall'autore. Trattandosi di un diario a fumetti (e i diari, si sa, si scrivono per se stessi) non vi sono narrazioni per un pubblico, ma una raccolta di attimi rilevanti più per chi vuole conservarne memoria che per coloro che li osservano.
Non definirei quindi "Carnet di viaggio" un'opera memorabile, ma per gli amanti di Craig Thompson sarà in ogni caso una lettura piacevole e un'occasione per viaggiare un po' tra le sue tavole!
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