lunedì 14 ottobre 2019

Destinatario sconosciuto

Regalo ricevuto ormai un paio di anni fa, questo libriccino aveva trovato posto sugli scaffali della mia libreria e da lì non si era più mosso. Poi, come sempre mi capita con i numerosi volumi accumulati, è arrivato il suo momento con una sorta di irresistibile richiamo: e ho scoperto una vera perla!



Titolo: Destinatario sconosciuto
Autrice: Katherine Kressmann Taylor
Anno della prima edizione: 1938
Titolo originale: Adress unknown
Casa editrice: Rizzoli
Traduttrice: Ada Arduini
Pagine: 77



LA STORIA

All’interno di questo brevissimo romanzo epistolare due uomini, due amici di lunga data -Max, ebreo residente gli Stati Uniti e Martin, tedesco da poco rientrato in patria- si scambiano lettere nelle quali gestiscono la comune attività e si raccontano a vicenda la propria quotidianità. Lettera dopo lettera, appare evidente l’ascesa al potere del nazismo in Germania: e si sa cosa ciò comporterà per gli appartenenti alla religione ebraica...  


COSA NE PENSO

"Destinatario sconosciuto" è una storia folgorante, che non fa sconti. 
La sua autrice, statunitense, la pubblicò su una rivista nel 1938; ebbe un grande successo oltreoceano, ma in Europa, dove la Seconda guerra mondiale era sul nascere e l'antisemitismo era divenuto legge in molti stati, la sua pubblicazione fu immediatamente vietata.
Ricominciò a circolare solo negli anni '90, e da allora la sua popolarità non è mai venuta meno: numerosissime sono le trasposizioni teatrali del romanzo in tutto il mondo. La sua importanza oggi è più che mai fondamentale, perché nonostante sia stato scritto oltre settanta anni fa "Destinatario sconosciuto" sa parlare al presente; come Max vede, a distanza, il lato più oscuro e reale di quanto sta accadendo in Germania mentre lui scrive le sue lettere a Martin, il lettore oggi potrà scorgere parallelismi tra i due periodi storici -e si spera, ricavarne spunti per cambiare il presente in modo da non ripetere gli orrori del passato.
La gente non si nasconde più dietro la vergogna; ha ricominciato a sperare. Forse questa povertà avrà fine. Accadrà qualcosa, anche se non so che cosa. Abbiamo trovato una guida! Eppure, a volte esito e mi chiedo: una guida che ci condurrà dove? Spesso l'eccessiva disperazione può spingere a imboccare la strada della follia.
La struttura epistolare del romanzo è particolarmente adatta alla narrazione: in ogni lettera vi è infatti il punto di vista di uno solo dei suoi protagonisti, la sua sola opinione su quanto gli avviene attorno; mentre Martin appare sordo alle affermazioni con cui Max lo incalza, allo stesso modo Max sembra impossibilitato ad intervenire sulla realtà che circonda Martin -e nella quale, suo malgrado, anche sua sorella viene a trovarsi. In un'amicizia che all'inizio era salda e duratura si intromette il regime, e Max non è per Martin più soltanto il suo socio e amico, bensì soprattutto un ebreo che in quanto tale si merita l'antisemitismo dilagante.
Tu vedrai soltanto che la tua gente sta patendo. Non puoi capire che per salvarne milioni, alcuni devono soffrire. Tu sei soprattutto un ebreo e piangerai per il tuo popolo. Lo capisco. Gli ebrei sono fatti così. Vi lamentate ma non siete mai abbastanza audaci da combattere. Ecco perché ci sono i pogrom.
"Destinatario sconosciuto" non è però soltanto un'opera di carattere storico, che immortala un momento cruciale per il ventesimo secolo: è anche un racconto completo, in cui la tensione cresce fino ad un epilogo a sorpresa che lascia a dir poco allibiti -e che naturalmente non posso svelare! 
Sono rimasta davvero stupita da questa lettura, che non mi sarei aspettata così appassionante. Considerando che richiederà una mezz'ora del vostro tempo, vi consiglio di recuperarlo e trovare l'occasione di leggerlo: sarà di certo un momento ben speso.

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