lunedì 17 febbraio 2020

Il silenzio e il tumulto

Un nuovo autore siriano soddisfa la mia curiosità nei confronti degli autori arabi, come sempre scoperto a sorpresa tra le proposte della biblioteca di quartiere. Per la prima volta si tratta di una lettura che non affronta il tema della guerra civile in Siria, bensì della vita quotidiana dei suoi abitanti nel periodo della dittatura che ha preceduto il conflitto.



Titolo: Il silenzio e il tumulto
Autore: Nihad Sirees
Anno della prima edizione: 2014
Titolo originale: As-Samt-wa-as-Sakhab
Casa editrice: Il Sirente
Traduttrice: Federica Pistono
Pagine: 148



LA STORIA

In una torride estate siriana, mentre per le strade rimbomba il tumulto delle manifestazioni in onore del Leader, lo scrittore Fathi Shin (per niente amato dal regime) scopre che sua madre sta per risposarsi con un importante membro del partito e si rifugia, alla ricerca del silenzio, a casa della sua fidanzata Lama -ma la sera una convocazione presso i Servizi Segreti lo attende.


COSA NE PENSO

Quella che ci viene raccontata da Sirees è una giornata nella vita di Fathi Shin, che ha in comune con l'autore siriano la censura operata sui suoi scritti dalla dittatura del suo Paese. Egli infatti ha optato per un esilio volontario nel 2012, e quella che ci racconta è una Siria in tempo di pace, per quanto dominata dalla dittatura militare.
Cammino sul marciapiede, dirigendomi istintivamente verso il centro, dove la folla è ammassata sulle piazze e lungo le strade principali. Percepisco il fragore del corteo attraverso i televisori accesi che incontro lungo il tragitto. Il Leader ha impartito istruzioni molto chiare: le casalinghe che non partecipano alla manifestazione devono seguirla dai propri schermi televisivi; ognuno è obbligato ad alzare al massimo il volume del proprio televisore e a tenere le finestre spalancate, per non incorrere nell'accusa di antipatriottismo. 

La giornata di Fathi Shin si svolge all'approssimarsi del ventesimo anniversario del governo del Leader, il cui nome non viene mai nominato; le strade sono invase dalle manifestazioni in suo onore, le televisioni di coloro che sono impossibilitati ad uscire fanno risuonare l'eco delle celebrazioni e dei discorsi, la calca schiaccia le persone sotto il peso dei corpi e delle cariche della polizia.
Molti manifestanti muoiono durante i cortei e, se non c'è motivo di sospettare la presenza di un crimine, li si considera sacrificati alla gloria del Leader: morire soffocati, o calpestati sotto i piedi della folla durante le cerimonie di partito o le feste nazionali è un fatto banale. 

Lo stile di Sirees è semplice, diretto, composto da frasi e da periodi brevi organizzati in paragrafi che vanno spesso a capo; il romanzo è suddiviso in capitoli e interrompere la lettura per poi riprenderla risulta molto agevole per un lettore impegnato.
L'artificio più esplicitamente letterario a cui Sirees fa ricorso è senz'altro la conclusione aperta della sua opera: dopo un'accurata ricostruzione della vita in Siria prima dello scoppio della guerra civile, sotto la dittatura degli Assad (viene spesso infatti citato il dualismo tra padre e figlio che si presentano in pubblico, talvolta l'uno o l'altro inaspettatamente), si viene lasciati col dubbio relativo alla scelta che si prospetta al protagonista.
Ho trovato il breve romanzo di Sirees molto incisivo, capace di alternare momenti della vita intima di Fathi (la visita alla madre, gli incontri romantici ed erotici con la fidanzata) alla rappresentazione della vita pubblica dei cittadini siriani, capace inoltre di creare un senso di tensione che pervade l'opera e coinvolge il lettore dalla prima all'ultima pagina. 
In conclusione, si tratta di un'opera assolutamente consigliata e purtroppo assai poco nota! Spero di avervi incuriositi ed invogliati alla lettura.

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