lunedì 10 febbraio 2020

Se i gatti scomparissero dal mondo

Quest'anno vorrei davvero affrontare molti dei libri che sono entrati in casa per poi essere abbandonati sugli scaffali per mesi o, più spesso, per anni. Questo volume è stato fortunato: è rimasto in attesa "soltanto" per sei o sette mesi!




Titolo: Se i gatti scomparissero dal mondo
Autore: Genki Kawamura
Anno della prima edizione: 2012
Titolo originale: Sekai kara neko ga kieta nara
Casa editrice: Einaudi
Traduttrice: Anna Specchio
Pagine: 192






LA STORIA

Il protagonista di questo breve romanzo è un giovane giapponese che un giorno scopre inaspettatamente di avere poco tempo da vivere, a causa di una gravissima malattia e com’è ovvio non si sente affatto pronto per morire. Così quando gli si presenta davanti niente meno che il Diavolo in persona, anche se con addosso una camicia hawaiana, il ragazzo accetta il suo patto: guadagnerà un giorno di vita ogni volta che acconsentirà a far scomparire dal mondo qualcosa. E così il pianeta dovrà rinunciare ai telefoni, ai film… ma sarà possibile riservare lo stesso oblio anche ai gatti?





COSA NE PENSO


Gli autori giapponesi hanno un modo molto particolare di raccontare le loro storie: con un lessico semplice creano atmosfere sospese tra il sogno e la realtà, lasciando che situazioni quotidiane creino il pretesto per affrontare argomenti profondi e spesso filosofici. Per quanto sia tutt’altro che esperta di letteratura asiatica, ho già provato questa sensazione con i romanzi di Banana Yoshimoto e di Murakami Haruki, e l’ho riconosciuta nel corso di questa lettura.
“Se i gatti scomparissero dal mondo” è suddiviso in sette capitoli, ognuno dedicato ad un giorno della settimana in cui il protagonista si trova ad avere a che fare con il Diavolo e il patto con lui stipulato; ognuno di essi è dedicato ad una rinuncia ed alle conseguenze che essa ha sulla vita del ragazzo e su coloro che lo circondano.
In appena vent’anni i cellulari erano diventati dei veri «mai piú senza», prendendo il pieno controllo del genere umano. Creandoli abbiamo creato la scomodità del non averli. Ma forse si poteva dire lo stesso delle lettere. Di internet, di tutto! Ogni volta che gli uomini inventano qualcosa, ne sacrificano un’altra. Adesso che la ripensavo in questi termini, capivo perché Dio avesse accettato la proposta del Diavolo.
La morte incombente e il dover fare a meno a poco a poco di ciò che si riteneva essenziale fino ad un attimo prima diventano il pretesto per parlare di sentimenti e di ciò che è davvero fondamentale nella vita. Con uno stile semplice e spiritoso l’autore riesce a raccontare i rapporti familiari, la perdita della madre e come questa ha incrinato i rapporti con il padre, lasciando il protagonista solo al mondo con il suo gatto Cavolo. Questo offre al lettore la possibilità di riflettere su tematiche che fanno parte della vita di ognuno di noi -gli amori, i distacchi, il perdono- e rende il libro meno superficiale, dopo una parte iniziale meno convincente, troppo concentrata a strappare un sorriso al lettore.
Che cosa avevo guadagnato, e che cosa avevo perso, diventando adulto? Non avrei mai potuto riavere le emozioni e i sentimenti provati in passato, e per qualche motivo quel pensiero mi aveva travolto con un’ondata di tristezza irrefrenabile. Ricordo di aver pianto senza ritegno.
“Se i gatti scomparissero dal mondo” non è un romanzo impeccabile, né particolarmente memorabile: ha però una copertina davvero attraente a cui pochi lettori amanti dei gatti sapranno resistere, e vi farà comunque trascorrere qualche ora piacevole in sua compagnia. Non ve lo consiglio se siete alla ricerca di un libro rilassante e spensierato, perché la tematica della morte imminente è di certo centrale; se però amate i libri un po’ surreali e gli autori asiatici, potrebbe fare al caso vostro.

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