domenica 31 maggio 2020

Zoo

Da oltre quindici anni apprezzo Paola Barbato come sceneggiatrice di Dylan Dog, l'unico fumetto che abbia mai letto con costanza (se si escludono gli anni dell'infanzia trascorsi con Topolino e le Witch). Solo lo scorso anno l'ho scoperta come scrittrice di romanzi, leggendo "Non ti faccio niente" di cui ho scritto qui. Prima della quarantena ho assistito alla presentazione in una libreria della mia città di quello che era allora l'ultimo romanzo pubblicato: e confesso che mi ha incuriosita così tanto che ho scelto di leggerlo subito.




Titolo: Zoo
Autrice: Paola Barbato
Anno della prima edizione: 2019
Casa editrice: Piemme
Pagine: 448




LA STORIA

In un capannone che potrebbe trovarsi ovunque, ma di certo è ben lontano da ogni luogo abitato, si risveglia Anna. Non ricorda nulla di quanto le sia accaduto e per di più si trova in un carrozzone, in una gabbia: attorno a lei altre vittime di un criminale sconosciuto, rinchiusi come gli animali di un circo o appunto di uno zoo, sottoposti a violenze fisiche e psicologiche e ogni giorno più vicini all'abisso delle proprie anime.


COSA NE PENSO

Inserito all'interno di una ideale trilogia iniziata con "Io so chi sei", sarà seguito da "Vengo a prenderti", in libreria il 3 giugno; rispettare l'ordine di lettura non è però determinante, dato che le storie raccontate dai primi due titoli sono parallele nel tempo e non svelano alcun dettaglio l'una dell'altra.
Rifiutato da numerosi editori, per fortuna la sua autrice ha creduto così tanto nel suo contenuto da non arrendersi -come scrive lei stessa nei ringraziamenti in chiusura; e così ci troviamo tra le mani uno di quei romanzi che ti tolgono il sonno, che non puoi posare nemmeno per il tempo di un pasto o di una doccia.


"Zoo" è narrato in terza persona, con una sorta di distacco interrotto dai pensieri in corsivo della protagonista che prepotentemente si inseriscono a turbare l'equilibrio del racconto.
Si tratta di un libro claustrofobico, che fa sobbalzare con colpi di scena e personaggi che si presenteranno nei vostri incubi. Ci sono infatti il Rosso, che grida nella sua gabbia privo del lume della ragione, Vasco e Nicola, crudeli e implacabili, ma soprattutto il Coccodrillo, che non pronuncia mai una parola e con cui è vietato comunicare, costretto in una gabbia che non gli consente di alzarsi. Altri compagni di prigionia sono più rassicuranti: il dolce Giulio, il fragile Saverio (già noto, per chi ha precedentemente letto "Io so chi sei"), Sandra che parla tanto ma a cui Anna non sa mai se credere. Una delle torture dello zoo è proprio questa: non avere nessuno di cui potersi veramente fidare, non sapendo quali istruzioni abbiano ricevuto dal rapitore.
«Quale gioco?» «Questo. Noi qui dentro.» «E tu pensi che è un gioco?» «Cos’altro potrebbe essere?» «È arte, picceré. È arte.» Poi ricominciò a tossire.
Come avrete ormai capito, "Zoo" è un romanzo che mantiene altissima la tensione per tutto il tempo del racconto; seguiamo Anna restandole accanto per mesi, soffriamo il freddo con lei, centelliniamo le scorte d'acqua e ci adattiamo alla sporcizia, ma non sempre ne comprendiamo le azioni. Anna infatti non è un'eroina, e qui si svela il grande talento di Paola Barbato: Anna non è un personaggio positivo per cui parteggiare senza ombra di dubbio, ma una donna che spesso sa essere sgradevole e come lo stesso rapitore ci ricorda (perché anche le sue riflessioni compaiono a fare da spartiacque tra i paragrafi) non può essere definita del tutto innocente.
Ho visto il tuo sguardo mentre ti passavo davanti, quella superiorità nel crederti migliore, un gradino sopra. È lì che ho deciso di metterti in lista. Mai scelta migliore. Ero un passo dietro a te, per giorni e settimane, e non te ne sei mai accorta perché nella tua visione miope ed egocentrica del mondo le persone come me non esistono.
Di certo per dare un giudizio sulla storia manca qualche tassello importante, che suppongo arriverà con la pubblicazione del terzo libro; ma credetemi quando vi dico che se avete voglia di una lettura capace di tenervi svegli in piena notte, "Zoo" è una di queste!

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