In seguito alla lettura de L'ombra del vento, che dopo aver visitato Barcellona ha assunto per me una sfumatura ancor più romantica ed evocativa, ho deciso di proseguire in quella che negli anni è diventata una tetralogia con il secondo volume della saga del Cimitero dei Libri Dimenticati.
Autore: Carlos Ruiz Zafón
Anno della prima edizione: 2008
Titolo originale: El juego del ángel
Traduttore: Bruno Arpaia
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 466
LA STORIA
David Martin è un giovane amante della letteratura, figlio di un uomo analfabeta ed ostile a tutto ciò che, come i libri, gli sembra una perdita di tempo. Una volta perduto il padre, ucciso in circostanze misteriose, David inizia il proprio lavoro nella redazione di un giornale e tutte le opere che pubblica portano sempre il nome di qualcun altro -l'unico romanzo a suo nome invece non riscuote alcun successo. La sua vita però è destinata a cambiare quando un misterioso editore in arrivo dalla Francia, Andreas Corelli, gli commissiona un'opera assai ben pagata; in seguito a questo incarico David trasloca anche in una nuova, lugubre dimora ricca di segreti dal passato… che non sono sepolti quanto si potrebbe pensare.
COSA NE PENSO
Innanzitutto è necessario inquadrare a livello temporale questo romanzo, che si svolge tra gli anni Venti e Trenta del 1900. Non è quindi ancora scoppiata la guerra civile spagnola, e rispetto all'ambientazione de L'ombra del vento ci troviamo nel passato.
Erano anni in cui il sangue e la violenza per le strade di Barcellona cominciavano a essere pane quotidiano. Giorni di volantini e bombe che lasciavano resti di corpi tremanti e fumanti per le strade del Raval, giorni di bande di figure nere che vagavano nella notte spargendo sangue, di processioni e sfilate di santi e generali che puzzavano di morte e di inganni, di discorsi incendiari in cui tutti mentivano e tutti avevano ragione. [...] La notte apparteneva alla luce a gas, alle ombre dei vicoli spezzate dai bagliori degli spari e dai lampi azzurrati della polvere bruciata. Erano anni in cui si cresceva in fretta, e quando l'infanzia si sbriciolava tra le loro mani molti bambini avevano già lo sguardo da vecchi.
La presenza del Cimitero dei Libri Dimenticati non è predominante in questo romanzo, ma la famiglia Sempere alla quale ci siamo affezionati ne L'ombra del vento ritorna: in questo caso si tratta sempre di una coppia padre-figlio, ma Daniel nascerà solo al termine del romanzo, mentre i personaggi nella storia sono suo nonno e suo padre.
Un altro ruolo non centrale nella vicenda, ma piuttosto comprimario a quello di David, è quello del personaggio di Isabella: una ragazza che si propone di fargli da assistente in cambio di poter apprendere da lui l'arte della scrittura, ma mostra in modo evidente di provare per lui un amore profondo che tuttavia non viene mai ricambiato dal tormentato autore. David infatti è da sempre innamorato di Cristina, che conosce fin da bambino ma per convenienza ha preferito sposare un uomo facoltoso a cui anche David deve molto, condannandosi ad una perpetua infelicità.
Ci guardammo in silenzio e seppi che non potevo né volevo mentire a quella donna, a nessun costo. «Sto cercando di capire cosa accadde a suo marito, signora Marlasca.» «Perché?» «Perché credo che a me stia succedendo la stessa cosa.»
Isabella è insieme a David il personaggio meglio caratterizzato del romanzo, che mostra la propria forza insieme alle proprie indubbie debolezze, ed avrei desiderato per lei maggiori fortune; il matrimonio con Sempere infatti, nonostante le stesse dichiarazioni di lei, continua a sembrarmi una scelta in mancanza d'altro -di David, nella fattispecie.
Il mistero attorno al quale ruota "Il gioco dell'angelo" è però senz'altro Andreas Corelli, presunto editore che paga profumatamente gli scrittori affinché inventino per lui una religione. Questo elemento che pare all'inizio del romanzo fondamentale in realtà va perdendosi nello svolgimento, a vantaggio di scene rocambolesche, inseguimenti, omicidi e chi più ne ha più ne metta. "Il gioco dell'angelo" è infatti un romanzo ricco di azione, specialmente nella seconda metà, mentre l'aspetto delle indagini e del mistero da svelare diventa via via meno importante -il che è un peccato.
«Da dove vuole che inizi?» «È lei il narratore. Le chiedo solo di dirmi la verità.» «Non so qual è.» «La verità è quella che fa male.»
Oltre che un romanzo avventuroso però nel secondo volume della tetralogia non mancano gli elementi fantastici: infatti il misterioso Corelli non invecchia, e la stessa trasformazione capita a David dopo che proprio Corelli pare guarirlo magicamente da una gravissima malattia che lo avrebbe altrimenti condotto in breve alla morte. Questi aspetti, come l'identità di Corelli, restano di fatto privi di una spiegazione, come se capitassero per caso: trovo che questa sia una vera e propria debolezza della trama, così come la conclusione che vorrebbe essere romantica ma aggiunge un ulteriore tassello privo di contestualizzazione -Corelli sarebbe infatti in grado di ricreare gli individui a suo piacimento e riportarli sulla Terra….
Diverse sono quindi le critiche che ho da muovere a "Il gioco dell'angelo", nonostante lo stile di scrittura di Zafón resti appassionante e le sue descrizioni di una Barcellona cupa e suggestiva aggiungano alla storia un tocco in più.
«I visitatori occasionali credono ingenuamente che ci siano sempre caldo e sole in questa città» disse il principale. «Ma, come amo dire, prima o poi l'anima antica, torbida e oscura di Barcellona si riflette in cielo.»
Ho di gran lunga preferito il primo romanzo della tetralogia fino ad oggi, ma ho intenzione di continuare nella lettura del terzo e del quarto per potervi dare un'opinione più completa!
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