Negli ultimi mesi, grazie ad un'interessante iniziativa in edicola ho acquistato diversi fumetti italiani che mi interessavano da tempo: alcuni di essi si sono rivelati delle letture davvero memorabili!
Questo fumetto inizia come il racconto di una serie di inquilini che abitano un palazzo denominato Residenza Arcadia, e sono persone insoddisfatte, persone pronte a criticare il prossimo, a litigare per ogni minima sciocchezza, persone che non hanno nessuna intenzione di farsi favori a vicenda. sono quindi i vicini che tutti non vorremmo: i vicini che si spiano, i vicini che sparlano degli altri dietro le loro spalle e sono tutt'altro che solidali.
Gli abitanti di Residenza Arcadia sono tutti anziani: un uomo che si diletta a fotografare con il cellulare, una signora estremamente sola che parla con il suo canarino, signore con una casa fatiscente che ha bisogno di molte riparazioni e che riceve dei misteriosi chicchi di riso per posta.
Dietro tutto questo però c’è un misterioso partito, l’unico partito ammesso, che controlla la nazione, organizza parate, recluta i giovani per la leva e non ammette critiche, non ammette diserzioni. L’unico giovane che compare in "Residenza Arcadia" è Ettore, il nipote dell’appassionato di fotografia e di sua moglie, una donna estremamente attenta alle apparenze. Ettore è stato reclutato proprio per il servizio militare, ma non ha alcun desiderio di servire la propria nazione ed è molto spaventato e insofferente davanti a questa ipotesi.
A Residenza Arcadia ci sono anche dei responsabili del condominio, evidentemente incaricati proprio dal partito, che controllano l’assegnazione degli appartamenti: un giorno uno di questi appartamenti viene assegnato ad una giovane coppia con una bambina. Questi però hanno una provenienza diversa da quella degli anziani abitanti del palazzo, che quindi non li vogliono: sin dal primo momento, prima ancora che i tre si trasferiscano, gli anziani sono concordi sul fatto che non debbano traslocare nella loro proprietà. Così, in un’escalation di tensione, quelle che inizialmente sembravano vignette umoristiche, satiriche sul comportamento di questo vicinato e sulle fotografie fatte di nascosto, sui mobili da spostare in realtà, via via si trasformano: ci rendiamo conto che un’ombra si allunga su Residenza Arcadia, l’ombra del partito, della dittatura che è pronta a ripetere gli stessi atti terribili che ha già compiuto nel passato e dei quali è stata vittima proprio una delle inquiline di Residenza Arcadia.
Il fumetto di Cuello mi ha veramente sorpreso: mi aspettavo una lettura divertente, una lettura alla Zerocalcare, qualcosa che dipingesse la società odierna in toni ironici; in realtà mi sono trovata davanti qualcosa di completamente diverso.
Per quanto riguarda l'aspetto grafico i toni sono principalmente quelli del seppia e i colori sono molto adatti per quello che viene raccontato. Ci sono alcuni elementi d’ombra che compaiono a rappresentare il partito, ed anche i flashback sono inseriti in pagine a fondo nero; i tocchi di colore sono dovuti più che altro a degli indumenti o ai capelli di alcuni personaggi. L’aspetto che non mi ha soddisfatta moltissimo è proprio il viso di questi personaggi, che non corrisponde propriamente al mio gusto ma è comunque senza dubbio godibile e apprezzabile.
Nell’introduzione a questa edizione si racconta della provenienza di Cuello dall’Argentina, paese il cui passato politico può certamente aver influito su quanto l’autore racconta. Nonostante Residenza Arcadia non sia contestualizzata nel luogo e nel tempo, nel fumetto troviamo un racconto della dittatura assolutamente convincente: troviamo il racconto di come coloro che ci circondano possono denunciarci, rovinarci l’esistenza solo perché non siamo conformi al loro gusto, solo perché siamo percepiti come diversi.
Residenza Arcadia è piuttosto breve (il volume conta infatti meno di 200 pagine) ma riesce ad essere una storia veramente avvincente, che cresce nel ritmo e nel contenuto man mano che le pagine passano. Ci sono al suo interno alcuni elementi poetici degni di nota, che ci vengono regalati dai personaggi più insospettabili: ce li regalano infatti il nipote ribelle e gli animali -il primo canarino, che fa una brutta fine nonostante il sincero amore che la sua proprietaria prova per lui, e poi un piccolo cane che abbaia continuamente e che continua a tentare la fuga, al quale è regalata una conclusione decisamente più lieta. Questo cane fuggitivo e questo canarino in gabbia sono una convincente metafora di Residenza Arcadia, dei suoi abitanti presenti e passati.
In conclusione devo ammettere che non mi aspettavo che "Residenza Arcadia" mi sarebbe piaciuto così tanto ed invece è un fumetto che mi ha veramente colpito, ed entra di diritto tra i migliori che io abbia letto negli ultimi mesi. Non posso fare altro che consigliarvi di leggerlo al più presto!
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