lunedì 16 novembre 2020

Vengo a prenderti

Non mi accade quasi mai di attendere il giorno d’uscita di un romanzo per precipitarmi in libreria ad acquistarlo in quella stessa data: l’ultimo ricordo che conservavo di un simile evento si riferiva all’epoca Harry Potter, in cui i sette volumi della saga non erano ancora stati pubblicati e l’arrivo in libreria di un nuovo capitolo si trasformava in un evento. 

Con l’atipica trilogia di Paola Barbato mi è capitato lo stesso.




Titolo: Vengo a prenderti
Autrice: Paola Barbato
Anno della prima edizione: 2020
Casa editrice: Piemme
Pagine: 464



Premessa necessaria: io ho letto, tra i precedenti volumi, per primo “Zoo” che in ordine cronologico sarebbe il secondo. In realtà questi libri non hanno un ordine obbligatorio in cui essere letti, e ci sono lettori che hanno deciso addirittura di cominciare con l’ultimo -soluzione che però non vi sento di consigliarvi se volete godervi il mistero, ancora molto fitto negli altri due romanzi.

Difficile scrivere di “Vengo a prenderti” evitando di rovinare la lettura a chi ancora non l’abbia affrontata. I personaggi di “Io so chi sei” e di “Zooritornano, e la matassa viene finalmente sbrogliata, ogni tassello va al suo posto: scopriamo cosa si celava dietro ai ricatti via sms che riceveva Lena, scopriamo chi e perché ha rinchiuso i prigionieri nelle gabbie del capannone, chi è responsabile dei delitti dei quali siamo già stati spettatori.


Non si riduce però tutto a una soluzione, perché un nuovo mistero si presenta all’interno di “Vengo a prenderti”: i superstiti infatti che avevamo visto liberare da Caparzo alla fine di “Zoo” si ritrovano ad essere vittime di nuovi delitti, il cui colpevole è tutt’altro che scontato.

La grande forza di “Vengo a prendermi”, oltre ai colpi di scena che per me sono perfettamente riusciti, è la caratterizzazione dei personaggi. Uno a uno li vediamo formarsi davanti ai nostri occhi, quelli che erano figure prigioniere all’interno di un carrozzone diventano persone con un passato, lo stesso passato che li ha resi prede candidate alla prigionia. Il ritratto che Paola Barbato fa in particolare di Alessandra, del Rosso e di Giulio è sfaccettato e completo, e arricchisce quanto avevamo imparato a conoscere “Zoo” di sfumature insospettabili. Ci sono poi le protagoniste di “Io so chi sei” e di “Zoo”, Lena e Anna, che trovano la loro conclusione: ancora debole e manipolabile Lena, astiosa e vendicativa Anna, accomunate dal loro legame con Saverio -che ve lo confesso, non fa parte dei miei personaggi preferiti. 


Il posto nel mio cuore continua a tenerselo stretto Francesco Caparzo, che di certo non è un poliziotto integerrimo, anzi è uno di quei membri delle forze dell’ordine che si spera di non incontrare mai nella vita. Tuttavia è un uomo che non dice bugie, un personaggio trasparente, uno di quei cattivi che alla fine segni nella colonna dei buoni -così come la mente dietro a “Zoo”, di cui preferisco non specificare l’identità per non rovinare la sorpresa a qualcuno che passi di qui inavvertitamente! 

In conclusione posso affermare di aver trovato "Vengo a prenderti" la perfetta chiusura della storia iniziata con la sparizione di Saverio da un lato, e con il sequestro di Anna dall'altro. Paola Barbato riesce a tirare tutti i fili rimasti liberi nei due romanzi precedenti e ricostruisce dinamiche sulle quali i lettori si erano scervellati senza trovare una risposta convincente; rispetto a "Zoo", la tensione in "Vengo a prenderti" è minore, ma l'attenzione non subisce mai alcun calo. Ora che ho terminato la trilogia dunque non posso fare altro che consigliarvela, se siete amanti del genere thriller! Per la mia esperienza vi suggerisco però di tenervi questo volume per ultimo, mentre tra gli altri due fatevi ispirare da quello che vi sta chiamando a voce più alta! 

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