mercoledì 9 giugno 2021

Palestina

Dopo aver letto "Ogni mattina Jenin", la mia curiosità nei confronti della questione palestinese è aumentata e così ho deciso di leggere un fumetto che avevo rimandato per anni: "Palestina" di Joe Sacco.


Titolo: Palestina
Autore: Joe Sacco
Anno della prima edizione: 2002 
Titolo originale: Palestine
Casa editrice: Mondadori
Traduttore: Daniele Brolli
Pagine: 141


In questo reportage, composto da nove episodi che documentano la permanenza dell’autore nei territori della Palestina occupata nei primi anni '90, Joe Sacco raccoglie le testimonianze di coloro che ha incontrato nel proprio viaggio, in cui ha visitato Gerusalemme, diversi campi profughi tra cui quelli di Balata, di Jenin, di Rafah, ed è stato anche nella Striscia di Gaza

Nei nove capitoli che compongono quest’opera Sacco descrive la condizione dei palestinesi attraverso le voci degli uomini e delle donne che ha incontrato: racconta così le violenze subite, gli arresti arbitrari, le numerosissime perdite di amici e familiari per colpa dell’esercito israeliano. Rappresenta poi le abitazioni o quello che ne è rimasto, le condizioni in cui esse versano ogni volta che si mette a piovere, la mancanza dei più elementari servizi igienici in cui vive chi a causa dell’occupazione ha perduto tutto. Sacco ritrae poi le vittime sopravvissute, le loro disabilità, i traumi dei loro bambini che numerosissimi affollano i campi profughi e i territori occupati e crescono nella consapevolezza della propria impotenza.

L’opera di Sacco per quanto non recentissima è ancora purtroppo estremamente attuale ed  è arricchita dall’ironia che l’autore riesce ad inserire nelle proprie pagine, scherzando davanti alla quantità di zucchero nel tè, ma al tempo stesso rendendosi conto della terribile realtà per la quale non era preparato. Sacco cerca di comprendere ciò che i suoi occhi vedono e le sue mani ritraggono: le divisioni per esempio all’interno del popolo palestinese stesso che indossa kefieh di colori diversi per la propria appartenenza all’OLP, ad al-Fatah, ad Hamas. Cerca di comprendere la posizione delle donne, divisa tra il rispetto verso una cultura antica e la necessità di partecipare alla lotta e alla resistenza insieme ai propri uomini. 

Sacco ascolta poi anche alcune voci israeliane, quando il suo viaggio sta per terminare, e qui si rende conto che la propria opinione è ormai troppo determinata da tutto ciò che ha visto ed imparato a conoscere e così le deboli motivazioni in difesa dello Stato di Israele non gli sembrano più convincenti in alcun modo. Sacco non lo dice apertamente, ma lo fa capire, così come fa capire quanto ogni singolo incontro gli apra gli occhi su una realtà che il mondo non vuole vedere.

"Palestina" è un fumetto importante, che è appena stato ripubblicato e quindi sarà facile per voi da reperire anche in libreria -come invece purtroppo non è possibile fare con numerose altre opere dell’autore, per esempio quella dedicata proprio alla Striscia di Gaza. 

I disegni di Joe Sacco sono estremamente dettagliati, in bianco e nero, e vi sono tavole a pagina intera che rappresentano i territori dei campi profughi in un modo che difficilmente dimenticherete. Personalmente non ho amato i volti da cartoon, da caricatura che Sacco dà ai suoi personaggi umani, compreso se stesso, ma questa è assolutamente questione di gusti. Per il resto l’autore ritrae gli ambienti in modo così vivido che talvolta sembrano fotografie, le stesse che avrà scattato durante il suo viaggio per poterli poi trasformare in disegni. 

In conclusione sono stata molto soddisfatta dalla lettura di "Palestina", che è dolorosa, impegnativa, tutt’altro che un fumetto di intrattenimento, ma è un’opera importante che mi sento assolutamente di consigliarvi, perché credo che le voci di tutti gli interlocutori dell’autore siano testimonianze preziose che hanno bisogno di essere ascoltate.

Nessun commento:

Posta un commento