giovedì 24 marzo 2022

Per questo ho vissuto

Acquistato in edicola in occasione della giornata della memoria 2021, "Per questo ho vissuto" di Sami Modiano è rimasto nella mia libreria per oltre un anno prima che sentissi che era arrivato il momento di leggerlo.


Titolo: Per questo ho vissuto
Autore: Sami Modiano
Anno della prima edizione: 2013
Casa editrice: Rizzoli
Pagine: 206


È stata una lettura intensa e dolorosa, come è inevitabile quando si parla di sopravvissuti ai campi di concentramento, ma questo libro presenta anche delle particolarità per le quali sono stata davvero molto contenta di averlo letto: la deportazione di Sami infatti avviene dall’isola di Rodi, che nel 1944 era una colonia italiana, fatto del quale non sapevo nulla. Sull’isola viveva una numerosa e molto unita comunità ebraica, di cui la famiglia Modiano faceva parte, e che venne crudelmente espropriata di tutto ciò che aveva e poi imbarcata su battelli che servivano per il trasporto del bestiame in un’estenuante viaggio durato mesi alla volta di Auschwitz.

Qui Sami arriva insieme a suo padre e a sua sorella Lucia: hanno perso da tempo la mamma, a cui è stato risparmiato però un simile orrore. Sami è un ragazzino, non ha nemmeno raggiunto la maggiore età religiosa e il suo bar mitzva avverrà proprio nel campo, dove perderà ciò che gli resta della sua famiglia e dove gli uomini di Rodi verranno sterminati dalle terribili condizioni climatiche e di lavoro.

Quella di Modiano è una testimonianza estremamente preziosa. L’uomo racconta la sua vita, ma soprattutto racconta di come all’inizio degli anni 2000 in occasione del suo primo viaggio per tornare ad Auschwitz come accompagnatore e testimone si sia reso conto della ragione per la quale era sopravvissuto: la ragione che aveva cercato per tutti gli anni precedenti, ovvero portare la propria testimonianza di ciò che era stato costretto a vivere in modo che non fosse dimenticata o che si potesse sostenere che non fosse mai avvenuto. Da allora numerosi sono stati i viaggi compiuti da Modiano verso Auschwitz, ad accompagnare centinaia studenti delle scuole italiane. 

Italiano si è sempre sentito Modiano nonostante sia nato in quella che oggi è Grecia, e italiano ha scelto di essere al ritorno dal campo, dopo peripezie che lo hanno portato tra Roma e l’attuale Zaire. Anche il racconto della parentesi coloniale è di estremo interesse dal punto di vista storico, e nuovamente lo costringe ad un esilio quando il Congo belga ottiene l’indipendenza e si libera dallo strapotere coloniale, rifiutandosi di lasciare le ricchezze anche duramente conquistate ai bianchi che vi vivevano. 

Modiano non ha potuto studiare, è stato poco più di un bambino costretto a lavorare in tenerissima età. Dopo il lavoro forzato nel lager, ha lavorato per i russi che liberarono Auschwitz e poi da uomo libero per guadagnarsi giorno dopo giorno il pane da mangiare, un posto dove dormire. Non ha studiato e il suo linguaggio è semplice e diretto, a volte molto tenero come quando rievoca la propria infanzia felice sull’isola di Rodi, a volte straziante come quando rievoca gli incontri divisi dal filo spinato con l’amatissima sorella Lucia nel campo di concentramento. 

"Per questo ho vissuto" è la testimonianza di un uomo che ha avuto una vita intensa e travagliata, che non è soltanto un sopravvissuto ma anche un uomo che ha saputo vivere una vita piena, nel tentativo di dimenticare ciò che aveva subito, e poi ha ricucito il legame con il passato rielaborandolo, portandone la testimonianza al mondo. Per questo la lettura di questo testo è prezioso e mi sentirei di consigliarla anche ad un pubblico di lettori giovani, già dall’età alla quale Modiano è stato deportato. 

Ho scoperto che sulla vita di Sami sono stati inoltre realizzati due documentari: "Il viaggio più lungo" del 2013 e "Tutto davanti a questi occhi" del 2018, che ho intenzione di recuperare prossimamente.

Avete letto questo libro qual è una testimonianza che vi ha particolarmente toccati?

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