giovedì 5 maggio 2022

A casa

Il fumetto "A casa" di Sandrine Martin, pubblicato da Tunué, nasce dal progetto di ricerca "EU Border Care", condotto da studiose coordinate da Vanessa Grotti (antropologa sociale dell'Università di Bologna) in luoghi cardine per i flussi migratori, tra cui la città di Atene. Proprio in Grecia si è recata in prima persona l'autrice, che concentra nel personaggio di Mona le storie di cinque donne migranti afghane e siriane -concentrandosi in particolare sulle condizioni delle donne migranti in gravidanza.


Titolo: A casa
Autrice: Sandrine Martin
Anno della prima edizione: 2021
Titolo originale: Chez Toi
Casa editrice: Tunué
Traduttore: Stefano Andrea Cresti
Pagine: 208

L’artista francese, in queste tavole nei toni delle matite colorate rosse e blu, ricche di testo e di discorsi diretti, dà voce a Mona e a Monika: la prima è siriana, fuggita dalla guerra insieme al marito, aspetta un bambino e sogna di farlo nascere in Germania, dove vorrebbe ottenere lo status di rifugiata. La seconda è greca, lavora come ostetrica e si occupa in particolare delle donne migranti in Grecia, dove vorrebbe restare ma è costretta a scontrarsi con la crisi economica e la disoccupazione del marito. La Germania, che è un sogno per Mona e Suleiman, è per Monika una meta obbligata, una sconfitta inflittale dal precariato.

Oltre al legame tra queste due donne, e ai loro percorsi mossi da motivazioni differenti, seguiamo i passi di Mona dalla Siria alla Grecia: leggiamo la sua paura su un gommone che rischia di affondare, la difficoltà di trovare una sistemazione dignitosa in una Grecia che sembra offrire solo condizioni molto precarie, le sfide connesse alla gravidanza della sua bambina che vorrebbe nascesse a molti chilometri dalle tendopoli e dagli squat. 

Come ormai saprete il tema dell’emigrazione mi è molto caro e mi interessa sempre leggere opere che lo rappresentino in modo diverso l’una dall’altra. Per questo "A casa" mi ha soddisfatta moltissimo: l’ho trovata una lettura intensa, ma mai retorica, neanche quando Mona si rivolge direttamente alla sua bambina. 

L'autrice ci regala infine una conclusione che potrebbe sembrare ottimistica, almeno per la linea narrativa che riguarda Mona e Suleiman, anche se il loro lieto fine se così si può chiamare non è affatto privo di zone grigie. Trasmette comunque un messaggio di speranza che, considerata la genesi del fumetto, ha una grande importanza. 

Molti di voi avranno letto e apprezzato "Non stancarti di andare" della coppia di autori italiani Teresa Radice e Stefano Turconi: allora non esitate a recuperare anche "A casa", che affronta temi simili ma introducendo meno materiale risulta a livello di contenuti ancora più efficace.

Qual è l’ultima storia di emigrazione che avete letto?

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