giovedì 5 maggio 2022

Quaderni ucraini

Dopo aver letto con grande interesse "Quaderni russi" del fumettista Igort è stata la volta di "Quaderni ucraini", che ho trovato ancor più rilevante del precedente nelle attuali circostanze. 



Titolo: Quaderni ucraini
Autore: Igort
Anno della prima edizione: 2010
Casa editrice: Oblomov
Pagine: 192

Il sottotitolo di questo fumetto pubblicato per la prima volta nel 2010 è "Le radici del conflitto" ed infatti vi si trovano riferimenti alla condizione del popolo ucraina sin dal 1918, quando l’Ucraina dichiarò la propria indipendenza e Lenin la invase con l’Armata Rossa per riconquistarla. 

La narrazione riprende poi dagli anni '20 quando l’allora presidente Stalin decise di annientare le spinte indipendentiste dell’Ucraina, cancellarne la cultura e l’identità attraverso la collettivizzazione forzat,a che espropriò i contadini dei loro averi e causò milioni di morti per fame. Alla carestia, l’Holodomor, tra gli anni '20 e '30 sono dedicate pagine in bianco e nero dolorosissime, in cui si lascia spazio ai corpi deformati dei cadaveri, ai volti senza parole dei bambini e a delle relazioni dei capi regionali dei vari distretti sulla gravità della situazione.


L’autore ha poi raccolto oltre alle proprie riflessioni e ricostruzioni storiche le testimonianze dirette di cittadini ucraini che ha incontrato personalmente. Si tratta di due uomini e due donne nati nella prima metà del '900 e che quindi hanno molto da raccontare, dalle privazioni subite sino all’attualità in cui non sembrano passarsela meglio: lo scioglimento dell’Unione Sovietica sembra avere portato conseguenze economiche a dir poco negative sulla loro nazione, un tempo così rilevante nella produzione agricola.

Molti sono i temi toccati in quest’opera e dell’Ucraina presente non c’è molto, se non il ricordo di Chernobyl che avvelena i raccolti e la pesca, la centralità dell’Ucraina nella fabbricazione dei missili sovietici e ricordi di un passato doloroso e ancora irrisolto -in cui la Russia, membro del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, mette il veto al riconoscimento del genocidio ucraino. È una lettura che parla del passato, e non arriva a nominare Putin; tuttavia ne emerge la sofferenza di un popolo che oggi vuole essere riconosciuto in maniera autonoma rispetto alla potenza russa che ha già causato sul suo territorio milioni di morti ben prima dei bombardamenti di quest’anno.

Vi ritroviamo il tratto caratteristico dell’autore: le sue pagine che alternano il bianco e nero ai colori cupi, legati al sangue,  all’oscurità, alla miseria. Vi ritroviamo le pagine di testo, quelle dove dominano invece ritratti e tavole più classiche, dove parole e immagini si dividono equamente lo spazio. I volti e le espressioni umane sono in quest’opera ancora più potenti che in "Quaderni russi" e anche gli elementi isolati con i quali vengono trasmessi i messaggi -un paio di occhiali, una bilancia, il ricordo in fotografia di una mucca amata.


È stata una lettura da cui sento di aver imparato, ma anche qui emerge prepotente la necessità di informarmi in maniera più approfondita su ciò che sta avvenendo nel presente. Se siete però appassionati di storia e vi interessa questa regione del mondo questo fumetto è sicuramente una lettura che vi consiglio, per quanto i contenuti siano estremamente forti.

Qual è l’ultimo fumetto che avete acquistato?

Nessun commento:

Posta un commento