mercoledì 21 settembre 2022

Spatriati

"Spatriati" di Mario Desiati è il vincitore del Premio Strega del 2022: penso che sia la ragione principale per cui mi è stato regalato, non sono sicura che altrimenti l'avrei letto ma sono stata contenta di averlo fatto.


Titolo: Spatriati
Autore: Mario Desiati
Anno della prima edizione: 2022
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 288


Si tratta di un romanzo di formazione in piena regola: i protagonisti sono Claudia e Francesco, che si incontrano tra i banchi di scuola nella profonda Puglia di provincia a Martina Franca, negli anni '90. I loro genitori, adulteri, s'innamorano; loro si legano in modo imprevisto ed indelebile, inseparabili nonostante le distanze che portano Claudia a Londra, poi a Milano e a Berlino, mentre Francesco rimane invischiato nel Sud, tenta una carriera nell'immobiliare, rifiuta il desiderio provato nei confronti di un coetaneo in parrocchia.

È a Berlino che i due si ritrovano e diventano le versioni più autentiche di se stessi: spatriati, smarriti ma pieni di vita, pronti alla trasgressione e all'assecondare gli istinti nei club, a scoprire il mondo che li circonda con la meraviglia degli emigrati. 

Desiati scrive un romanzo che chi, come me, ha passato una parte di giovinezza a Berlino (anche con notti meno brave di quelle di Claudia, Francesco, Erika e Andria) apprezzerà in modo particolare. Ho provato "Sehnsucht" a ripensare ai tramonti, alle albe alle stazioni della metropolitana, agli orti urbani e ai pic nic improvvisati a Tempelhof; ho ricordato i miei vent'anni sulla Spree tra i mercati turchi, il gelo mattutino e quel senso di terrore e possibilità.


L'esperienza personale per me è stata determinante nell'apprezzare "Spatriati". Se devo darne un giudizio soltanto oggettivo, senza farmi intenerire dai pregressi, dirò che Francesco e Claudia sono fragili e insicuri, si lasciano portare dai rancori, dai traumi irrisolti, dalla Puglia che ha messo in loro radici. Nel romanzo li vediamo crescere, eppure a quarant'anni sono ancora quei ragazzi alla ricerca di se stessi, la conoscenza di sé sembra ancora lontana e il legame indefinibile che li unisce è l'unica costante delle loro vite attraverso decenni ed Europa. 



Desiati ha una scrittura ricercata, ricchissima di citazioni tra musica, poesia, cinema e letteratura; in una dettagliata appendice che ho molto apprezzato contestualizza ognuno dei riferimenti. Se siete lettori facili a scandalizzarvi, disturbati dagli argomenti delle relazioni non monogame e degli orientamenti sessuali fluidi, questo romanzo non fa per voi. Se invece avete voglia di una storia di migrazione italiana, di radici che intrappolano e di sogni da inseguire, in cui una generazione potrà riconoscersi (anche se senza qualche eccesso...) mi sento di consigliarvi questa lettura!

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