martedì 14 febbraio 2023

Uscita per l'inferno

Come in "Ossessione" e "La lunga marcia", i precedenti titoli pubblicati sotto pseudonimo di Richard Bachman, Stephen King in questa pubblicazione del 1981 dal titolo "Uscita per l’inferno" non inserisce alcun elemento soprannaturale. 


Titolo: Uscita per l'inferno
Autore: Stephen King
Anno della prima edizione: 1981
Titolo originale: Roadwork
Casa editrice: Sperling&Kupfer
Traduttore: Tullio Dobner
Pagine: 334

Ci sono altri parallelismi con i due libri che ho citato: anche qui al centro della narrazione c’è un protagonista che sembra trovarsi su un piano inclinato, inevitabilmente proiettato verso una catastrofe, in un’escalation di tensione preparatoria. 

Siamo all’inizio degli anni '70: al cinema danno "L'esorcista", e Barton, il protagonista di questa storia, è l’ultimo residente di una strada dove a breve ogni abitazione verrà demolita perché sia consentito il passaggio dell’autostrada in costruzione. Bart non è pronto a questa separazione e nella sua mente si affollano i ricordi del figlio perduto e le voci di Fred e George, che di lui e del figlio riprendono i secondi nomi e sono nella sua perdita di controllo una sorta di voce della coscienza. Non ho più nulla da perdere Bart, mentre lascia la moglie, dà passaggi a sconosciuto autostoppiste, perde il lavoro e si mette in contatto con loschi personaggi che gli permettano di realizzare il nebuloso piano finale che ha in mente.

È del tutto reale questo romanzo del Re, nulla di più realistico di un uomo che non ha più nulla per cui lottare, la cui disperazione prende il sopravvento sul buon senso e sull’autocontrollo. 

È un romanzo molto amaro, che segue il suo protagonista giorno per giorno dividendo la narrazione in capitoli che per titolo hanno proprio la data in questione, creando nel lettore una curiosità che si fa sempre più avvincente. 

Non avevo grandi aspettative per questa storia, perché ne avevo sempre sentito parlare in toni poco entusiastici e forse anche per questo ne sono rimasta soddisfatta. Non è certo un King dei più memorabili, all’altezza di capolavori come "Il miglio verde" o per rimanere sul genere thriller come "Misery", ma è comunque una storia riuscita con un personaggio molto credibile, per cui è facile provare empatia. 

Alcuni aspetti, come le voci interiori di Fred e George e la loro origine, avrebbero potuto essere un po’ più approfondite, ma nel complesso è una lettura che consiglio a chi vuole recuperare la produzione dell'autore! 

Qual è l’ultimo romanzo di Stephen King che avete letto ?

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