mercoledì 7 giugno 2023

Cortesie per gli ospiti

Un disturbante titolo che si inserisce perfettamente nel segmento macabro della sua produzione: dopo "Il giardino di cemento" nel 1981, Ian McEwan pubblica "Cortesie per gli ospiti", portato in Italia come sempre da Einaudi, un romanzo breve e folgorante quanto il primo.


Ci troviamo in una innominata Venezia: nell'afosa estate due fidanzati, Colin e Mary, vi trascorrono le vacanze. Lei ha avuto un marito prima di lui, e a casa la aspettano due bambini; il loro è un viaggio romantico, trascorso in gran parte nella camera d’albergo e per il resto a perdersi tra le strette vie che si somigliano tutte. Almeno fino a, che smarriti nella notte, i loro passi incontrano quelli di Robert e con lui poi della moglie Caroline. 

Si apre così una claustrofobica, angosciante interazione con due personaggi sospetti sin dall’inizio, melliflui nella loro cortesia verso i malcapitati ospiti, che sembra dapprima lasciare scampo ai protagonisti ma che poi li attira in una tela di ragno nella quale rimarranno intrappolati fino al tragico epilogo [in cui per mano dei due Colin trova la morte]. 

Questo titolo di McEwan trasmette ansia, inquieta e descrive in modo così vivido il caldo della spiaggia, la confusione e il disorientamento di chi non è a casa propria in una città labirintica che ci immedesimiamo nei protagonisti al punto che vorremmo gridare loro "Scappa!" a gran voce e far loro guadagnare la salvezza, che sin dalle prime pagine temiamo non arriverà. 

Già nelle sue prime opere l’autore era tutt’altro che banale e prevedibile, e costruisce qui una storia breve e memorabile, anticipazione per altro dei tanti ottimi romanzi che seguiranno. Ho scoperto che nel 1990 ne è stato anche tratto un film, e spero di avere prima o poi occasione di vederlo!

Qual è il vostro McEwan preferito?

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