mercoledì 20 marzo 2024

L'anno che bruciammo i fantasmi

La mia conoscenza con Louise Erdrich, autrice nativoamericana che negli anni è stata premiata con il Pulitzer e il National Book Award, inizia con un titolo minore: "L'anno che bruciammo i fantasmi", pubblicato da Feltrinelli editore. 

Questo romanzo, dalla struttura a frammenti, si svolge nell'arco di un anno ed è fortemente influenzato dall'attualità: l'assassinio di George Floyd a Minneapolis e l'epidemia di coronavirus. È anche però permeato dalla spiritualità indigena, dai rituali fatti di preghiere, salvia e incensi, sepolture e fuochi, con i quali la protagonista Tookie è solo parzialmente a proprio agio: infatti non crede agli spiriti, ma deve scontrarsi con la presenza del fantasma della cliente Flora, che si rifiuta di lasciare la libreria dove Tookie lavora.

Attorno a questa donna, dal passato irrisolto e segnato da un'incarcerazione ingiusta, ruotano il marito Pollux, ex poliziotto molto vicino alla propria appartenenza culturale, la nipote che ha appena dato alla luce un bambino e i colleghi della libreria. Così, mentre Tookie affronta la propria identità rimossa e il fantasma di Flora, Pollux contrae il virus e lotta per la guarigione, mentre Minneapolis si ribella alla violenza delle forze armate e manifesta per i diritti civili.

Nel complesso il romanzo non è particolarmente pieno di eventi, ma è disseminato di riferimenti letterari che renderanno felici molti tra i lettori, pronti a prendere nota ad ogni pagina (Louise Erdrich è proprietaria in prima persona di una libreria indipendente, e questo si percepisce molto bene, anche grazie al cameo con cui compare nel testo). Lo definirei "un libro per gli amanti dei libri", sicuramente non il più significativo di questa scrittrice di cui ho intenzione di leggere altro, ma comunque molto godibile. Ve lo consiglio però soltanto se siete pronti ad incontrare in un libro il periodo della pandemia, ancora così vicino! 

Avete letto qualcuno dei suoi libri?

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