lunedì 13 agosto 2018

Un buon presagio

Di Gillian Flynn ho letto, in tempi recenti, il suo romanzo d'esordio "Sulla pelle" di cui ho scritto qui. Nonostante della sua produzione mi attirasse (e tutt'ora continui ad attirarmi) in modo particolare "L'amore bugiardo", da cui è stato tratto l'omonimo e riuscitissimo film, mi sono lasciata tentare da questo librino nell'espositore della biblioteca e gli ho dato la precedenza.




Titolo: Un buon presagio
Autrice: Gillian Flynn
Anno della prima edizione: 2014
Titolo originale: The Grownup
Casa editrice: Rizzoli
Traduttore: Alberto Cristofori
Pagine: 64




LA STORIA

Una protagonista senza nome, tra i venti e i trent'anni, racconta in prima persona di come da massaggiatrice erotica (o per meglio dire masturbatrice a pagamento) si è reinventata come sensitiva a causa del tunnel carpale. Tra la sua nuova clientela si presenta Susan: moglie benestante di un marito assente, terrorizzata dalla casa sinistra dove vivono che è stata in passato teatro di tragici avvenimenti e dal suo inquietante figliastro Miles. Susan chiede dunque alla sensitiva di aiutarla a purificare la casa, ma la situazione sfuggirà ben presto di mano… 
Non è perché non ero brava che ho smesso di fare le seghe. Ho smesso di farle perché ero la migliore. 


COSA NE PENSO

Non posso svelarvi più di quanto abbia già fatto raccontandovi la trama in qualche riga: "Un buon presagio" è infatti un racconto lungo, non un romanzo, in sostanza un'idea (brillante) sviluppata per poche pagine -anche se probabilmente la materia per un libro più lungo si sarebbe trovata facilmente.
Ho ritrovato in questa storia dei tratti di Gillian Flynn che mi avevano colpita già in "Sulla pelle": lì la protagonista, autolesionista e traumatizzata dalle vicende familiari tutt'altro che semplici, si trovava in qualità di giornalista ad investigare sugli omicidi di due bambine. Anche qui la protagonista è un personaggio femminile, la cui infanzia è stata segnata da una madre che l'ha costretta all'accattonaggio, e che si trova in un nuovo ruolo all'improvviso -dal settore della prostituzione a quello della truffa come presunta sensitiva. Ama i libri, le storie di fantasmi, si definisce un'autodidatta per quanto riguarda la cultura e un'esperta di scambi per quanto riguarda le sue attività lavorative. 
Mia madre era astuta, ma pigra. Io ero molto più ambiziosa. Resistente e per niente orgogliosa. A tredici anni guadagnavo più di lei, centinaia di dollari al giorno, e a sedici avevo mollato lei, le macchie e la tv -e anche la scuola- e mi ero messa in proprio. Uscivo tutte le mattine e chiedevo la carità per sei ore. Sapevo chi avvicinare e per quanto tempo e cosa dire esattamente. Non mi sono mai vergognata. Si trattava di uno scambio: io facevo sentire bene qualcuno e lui mi dava dei soldi. Capite adesso perché la storia delle seghe mi è sembrata uno sviluppo naturale della mia carriera. 
Anche in questo racconto, che ha un incipit folgorante e tutt'altro che di basso profilo -ci tiene, l'autrice, a presentarci subito la protagonista come un personaggio forte, sicuro di sé, non impressionabile- il grande talento di Gillian Flynn sta nell'effetto sorpresa: le carte in tavola vengono ribaltate diverse volte nel giro di pochissime pagine, lasciando spiazzati ed incerti su cosa si sia appena terminato di leggere.
Ma o ero fottuta, o non lo ero, per cui decisi di credere che non lo ero. Avevo convinto tanta gente di tante cose, in vita mia, ma questa sarebbe stata la mia più grande impresa: convincere me stessa che stavo facendo una cosa ragionevole. Non rispettabile, ma ragionevole. 
Un racconto difficilmente soddisfa quanto un romanzo; anche in questo caso infatti avrei di certo apprezzato qualche particolare in più, ma riconosco che l'opera sia riuscita e particolarmente ad effetto proprio per la sua brevità e le sue questioni in sospeso. Ne consiglio insomma la lettura a chi abbia già apprezzato altrove Gillian Flynn e voglia conoscerne ogni pubblicazione, così come agli amanti dei racconti lunghi, capaci di raccontare una storia che si può leggere in pochissimo tempo, ma non per questo è priva di contenuto.

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