Come vi anticipavo nel post dedicato ad "Appunti per un naufragio", nel periodo estivo ho completato due letture dedicate al tema delle migrazioni contemporanee. La prima è il poetico romanzo di Enia, la seconda invece un saggio molto più diretto ed esplicativo di cui sto per parlarvi.
Titolo: Non lasciamoli soli
Autori: Francesco Viviano e Alessandra Ziniti
Anno della prima edizione: 2018
Casa editrice: chiarelettere
Pagine: 181
LA STORIA
In questo caso specifico, la Storia di cui stiamo parlando non è un'invenzione, né la storia di un individuo. Sono molte storie quelle contenute nel saggio dei due inviati del quotidiano "La Repubblica": la storia dei naufragi nel Mediterraneo negli ultimi decenni, le scelte politiche dei governi italiani a partire dal governo Berlusconi fino agli accordi del ministro Minniti con la Libia, le tragedie dei respingimenti e delle torture subite dai migranti nelle carceri libiche, i processi agli aguzzini identificati dai superstiti. Ci presentano inoltre l'unica opzione possibile per salvare migliaia di vite umane e non riscoprirci umani in prima persona, noi cittadini del cosiddetto Primo Mondo: i corridoi umanitari, che permettano a coloro che hanno diritto alla protezione internazionale di entrare in modo sicuro in un Paese europeo.
COSA NE PENSO
"Non lasciamoli soli" è un saggio composto da quattordici brevi capitoli, indipendenti tra loro, preceduti da un'introduzione dell'ex sindaco (o si dovrà scrivere sindaca?) di Lampedusa Giusi Nicolini.
Non aspettatevi un'opera letteraria dal linguaggio ricercato o evocativo come quello che potrete trovare nel romanzo di Enia che ho citato in apertura di questo post. Questo saggio ha un taglio giornalistico, immediato e diretto; per quanto riguarda lo stile dei due autori mi sento anche in dovere di dire che non è stato un elemento da me molto apprezzato.
Tuttavia si tratta di un'opera che ritengo riesca nell'intento per il quale è stato scritto e pubblicato: fornisce infatti una panoramica esaustiva per coloro che si approcciano per la prima volta al tema della situazione attuale di violenze, torture, ricatti e stupri che i migranti si trovano a vivere nelle prigioni della Libia.
Gli orrori veri e propri che troviamo descritti nei capitoli di questo libro sono difficili da immaginare per un lettore, ma conoscerli è necessario. Attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, colme di traumi e di sofferenze, ci rendiamo conto leggendo delle proporzioni di questo tremendo fenomeno, nuova strage della Storia dopo l'Olocausto.
Particolarmente straziante è stato per me il capitolo "Il ponte verso la libertà", soprattutto nella parte dedicata ai piccoli superstiti siriani (nonostante rispetto a molte delle altre storie contenute nei saggi si possa quasi definire a lieto fine): mi ha ridotta in lacrime, e nel complesso questa lettura non mi ha trasmesso certo un senso di benessere. Si tratta infatti di un testo che, una volta terminato, lascia dietro di sé un'angoscia intensa, un profondo senso di impotenza: ma ha il grande pregio di ricordarci che nessuno di noi è innocente, se non prende posizione davanti a ingiustizie di questa portata.
Siamo tutti colpevoli, ma specialmente noi italiani che manteniamo questi orrori pagando i libici..e i francesi, che andarono lì a fare la guerra, tirando ci dentro. E anche l'Europa, la quale non può continuare a voltarsi dall'altra parte!
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