venerdì 3 maggio 2019

Gli anni al contrario

Uno dei miei propositi per le letture del 2019 era superare i miei pregiudizi nei confronti degli autori italiani contemporanei, che senza avere un vero e proprio motivo tendo ad evitare quando mi trovo davanti alla scelta del prossimo libro da leggere.
Già nei primi mesi dell'anno questa decisione mi ha portata a scoperte davvero sorprendenti, come il romanzo "Resto qui" di Marco Balzano (di cui trovate qui la recensione); animata quindi dalle migliori intenzioni, è stata la volta di questa autrice siciliana.




Titolo: Gli anni al contrario
Autrice: Nadia Terranova
Anno della prima edizione: 2015
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 152




LA STORIA

Aurora e Giovanni sono due giovani di Messina nati e cresciuti in famiglie dall'opposto orientamento politico: figlia del fascistissimo Aurora, con i suoi numerosi fratelli, figlio di un uomo di sinistra invece Giovanni. Ottima studentessa lei, svogliato scolaro lui, si incontrano nei tardi anni Settanta alla facoltà di Filosofia dove Aurora ottiene sempre il massimo dei voti mentre Giovanni raramente si presenta a sostenerlo, preso com'è dalle rivendicazioni politiche e sociali dell'epoca. Aurora e Giovanni si incontrano e si innamorano, si sposano, danno alla luce Mara; ma presto per Giovanni la quotidianità non basta, la lotta chiama, e sarà anche Aurora a pagare le conseguenze delle sue scelte.

COSA NE PENSO

In questo breve romanzo Nadia Terranova racconta l'Italia del 1977, degli entusiasmi rivoluzionari e delle grandi passioni tra i giovani studenti, in prima linea a lottare per un futuro diverso.
Racconta però anche la disillusione, l'eroina che negli anni '80 ha mietuto vittime, un virus di cui non si osava nemmeno pronunciare il nome.
"Gli anni al contrario" è una storia d'Italia attraverso la lente dell'amore di Aurora e Giovanni, dapprima euforico ed entusiasta ma in breve tempo deluso, insofferente, risentito.
Non abbiamo mai usato lo stesso dizionario. Parole uguali, significati diversi. Dicevamo famiglia: io pensavo a costruire e tu a circoscrivere; dicevamo politica: io ero entusiasta e tu diffidente. Io combattevo, tu ti rifugiavi. Se non ci fosse stata Mara ci saremmo persi subito, ma almeno non avremmo continuato a incolparci per le nostre solitudini. Quando penso agli anni trascorsi mi sembra che siano andati tutti al contrario. Abbiamo avuto una casa, una figlia, una laurea senza sapere che farcene, e ora che lo sappiamo ci stiamo già dividendo le briciole.
Lo sfondo è quello della Sicilia, con brevi incursioni nella Bologna delle radio libere, nella Berlino divisa dal Muro; lo sfondo è il sequestro Moro, sono le Brigate Rosse, sono le siringhe che forano le braccia e i rimpianti che si accumulano giorno dopo giorno.
Il giorno dopo Giovanni e il suo amico uscirono appena svegli, poi Daniele sarebbe ripartito. Giovanni diede un bacio alla moglie con la promessa di comprarle una torta e un regalo. -Quando torno festeggiamo,- la salutò. Rimasta sola, con Mara in braccio, Aurora andò ad aprire la valigia dell'ospite, e trovando l'arma che si aspettava di trovare strinse più forte la figlia e telefonò a suo padre. Neanche un'ora dopo il fascistissimo se la riportò a casa insieme alla nipote. 
Non ci sono vincitori nel romanzo di Nadia Terranova, e molti sono i vinti; c'è una speranza però, negli occhi inquisitori di Mara, che rappresenta l'Italia che verrà e la voce che racconta un amore incapace di salvarsi da solo nonostante le buone intenzioni.
Per il primo compleanno di Mara, Giovanni propose ad Aurora di andare in pizzeria tutti e tre insieme, una di quelle piccole cose che non facevano più. Poi uscì a fumare e se ne dimenticò. Rientrò ubriaco e senza regalo. Moglie e figlia dormivano abbracciate sul divano, vestite di tutto punto e pronte per uscire. Il sonno le rendeva uguali, pensò Giovanni, e si disse che i grandi, in fondo, non sono che bambini sopravvissuti. 
Quella raccontata dall'autrice è una storia semplice, lineare, in un linguaggio privo di fronzoli e di abbellimenti, efficace e diretto. La caratterizzazione di Aurora e Giovanni è impeccabile, i personaggi prendono vita tra le pagine e diventano persone di cui pare di seguire i percorsi anno dopo anno. 
Ho trovato "Gli anni al contrario" un romanzo riuscito, che rappresenta un'epoca mentre ci racconta due individui; seppure privo di colpi di scena e avvenimenti sorprendenti, mi è piaciuto e ve ne consiglio la lettura soprattutto per lo sguardo che offre su un periodo italiano che non si incontra molto spesso nei romanzi.

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