Ci sono titoli che mi hanno fatto scoprire i romanzi a fumetti, dopo anni in cui ero stata avida lettrice di serie come Dylan Dog. Una tra le prime letture che ho affrontato, ormai una quindicina di anni fa, è stata l'autobiografia dell'autrice iraniana Marjane Satrapi. Ero però un po' troppo giovane per interessarmi molto alla storia del suo paese... così ho deciso che era giunto il momento di rileggere quest'opera!
Autrice: Marjane Satrapi
Anno della prima edizione: 2000
Casa editrice: Rizzoli Lizard
Traduttori: Cristina Sparagana, Gianluigi Gasparini
Pagine: 354
LA STORIA
Marjane ha dieci anni nel 1979, quando lo scià viene costretto alla fuga in Egitto e Khomeini instaura la repubblica islamica; è solo una ragazzina dunque quando, l'anno successivo, ha inizio il lungo conflitto armato tra Iran e Iraq, e compiuti i quattordici anni i suoi genitori la spingono ad emigrare in Austria per sfuggire alla guerra e alla costante repressione e violenza del regime.
COSA NE PENSO
Quella che leggiamo nelle tavole in bianco e nero (più nero che bianco, a dire la verità) di "Persepolis" è la storia dell'Iran degli anni '80 che accompagna la storia di formazione dell'autrice Marjane: il suo legame con la nonna e i genitori, amorevoli e progressisti; i prigionieri politici giustiziati dal regime, compreso il suo amato zio; le bombe su Teheran e le amiche che ne restano vittime proprio alla porta accanto.
Nonostante le atrocità, l'Iran è casa di Marjane, è il suo paese: e abbandonarlo per emigrare in Europa fa di Marjane un'adolescente spaesata e insicura, facile preda per compagnie poco raccomandabili e dedite agli stupefacenti, in una spirale discendente che la spingerà a tornare in Iran.
Vediamo dunque crescere Marjane e riscoprire se stessa nella sua patria, faticare ad ambientarsi di nuovo in un ambiente in cui uomini e donne sono rigidamente separati, in cui si viene uccisi per una vignetta satirica, arrestati per un rossetto rosso o i capelli che spuntano dal velo. Le strade di Teheran prendono i nomi dei martiri, una volta terminata la guerra nel 1988; anche alla morte di Khomeini (a cui l'autrice non fa mai cenno nel suo libro) la repressione non cessa, il matrimonio resta l'unica opzione per i giovani innamorati, le preoccupazioni quotidiane distraggono dal concentrarsi sulla politica locale e sulla prima guerra del Golfo appena scoppiata, che fa giungere in Iran centinaia di profughi dal Kuwait.
Marjane Satrapi chiude il suo romanzo con una frase che ne è l'emblema: "La libertà ha un prezzo". La sua infanzia e la sua giovinezza infatti trascorrono alla costante ricerca di libertà, la quale si rivela essere tutt'altro che a portata di mano, tutt'altro che gratuita. E se i bombardamenti terrorizzano, lo fanno altrettanto le notti al gelo dell'inverno di Vienna, le commissioni sulla morale che valutano l'idoneità agli studi universitari, le pattuglie di ronda per vigilare sulla lunghezza dei veli, sulla larghezza dei pantaloni. Ma si è davvero liberi altrove solo perché si possono scegliere gli abiti da indossare?
"La libertà ha un prezzo" conclude Marjane Satrapi, e la sua biografia si trasforma in un monito, alla memoria dei tanti giovanissimi caduti in guerre inutili, ai tanti rivoluzionari condannati a morte dai regimi politici. "Persepolis" è un fumetto che contiene un mondo, e che consiglio a chiunque sia interessato a scoprire il recente passato dell'Iran e ad emozionarsi con un racconto di formazione che non potrà lasciarvi indifferenti.
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