mercoledì 11 agosto 2021

Sortilegi

Che io ami Bianca Pitzorno sin da quando ero bambina non è un segreto per nessuno: il primo libro che ho amato profondamente è stato il suo "La bambola viva", e sono poi cresciuta, tra gli altri, con Prisca di "Ascolta il mio cuore", rileggendo ogni estate "Re Mida ha le orecchie d’asino". Da adulta lo scorso anno ho apprezzato moltissimo "Il sogno della macchina da cucire" e non potevo quindi lasciarmi sfuggire il più recente "Sortilegi".



Titolo: Sortilegi
Autrice: Bianca Pitzorno
Anno della prima edizione:
Casa editrice: Bompiani
Pagine: 144


Sarò onesta: se non avete mai letto nulla dell’autrice non vi consiglio affatto di cominciare da qui. Non vi troverete davanti ad un romanzo infatti, ma ad una raccolta di tre racconti: il primo piuttosto lungo e gli altri due molto brevi. 

"La strega", che occupa gran parte di questo libro, riprende gli anni della peste ed è la rielaborazione di un racconto più breve realizzato dall’autrice nel 1990. Degno di nota è senz’altro il linguaggio che riprende quello seicentesco dell’epoca a cui appartengono i suoi personaggi, ed altrettanto lo è il lavoro di ricerca storica sulla stregoneria e su come ragazze innocenti come la povera Caterina venissero torturate ed uccise il nome di accuse e sospetti assolutamente infondati. Il tema della stregoneria, devo ammetterlo, non mi è particolarmente congeniale ed anzi mi disturba un po’: forse per questo non sono riuscita del tutto a godermi l’opera.

"Maledizione", il secondo racconto, è senza dubbio quello che ho preferito: prende ispirazione da una tovaglietta ricamata che è davvero esposta al museo dell’etnografia di Sassari e racconta di come una giovane cucitrice piena di buone intenzioni e dei migliori sentimenti possa neutralizzare con la sua creatività un potentissimo maleficio. Forse perché ero scossa dall’aver terminato "La strega" con il suo contenuto drammatico, questo tuffo nell’ottimismo mi ha fatto decisamente bene.

Infine abbiamo il racconto "Vento" dedicato a dei leggendari biscotti di un paesino sardo, il cui segreto è gelosamente custodito dalla famiglia che ne ha creata la ricetta. Per quanto ritragga in maniera interessante le tradizioni della pasticceria sarda e le migrazione dalla Sardegna al resto del mondo, la brevità di questo testo mi ha impedito di rimanerne coinvolta: l’ho trovato affrettato, quasi una bozza. 

Nel complesso "Sortilegi" sembra un collage, che certo rappresenta personaggi femminili coraggiosi e creativi come inevitabilmente ci si aspetta dalla scrittrice che tanti ne ha già inventati prima di questi. Tuttavia le storie che contiene non hanno la stessa potenza narrativa che ho sempre incontrato nei suoi romanzi, e per questo mi sento di dire che dovreste dare senza ombra di dubbio loro la precedenza.

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