Come sempre quando termino un classico della letteratura, non trovo parole adeguate a raccontarlo. Non sono di certo all’altezza di far entrare in un post tutto quello che ho trovato in cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Márquez, che avevo in casa da oltre vent’anni e che grazie al gruppo di lettura organizzato da leggo quando voglio ho finalmente trovato il coraggio di affrontare.
Mi intimoriva questa lettura e all’inizio i miei timori sembravano confermarsi, con i nomi dei personaggi che ciclicamente si ripetono, tra Aureliani ed Arcadi Buendia che sembrano voler confondere il lettore da una generazione all’altra. In più non leggo spesso letteratura latino-americana e temevo non sarebbe stata nelle mie corde; quanto mi sbagliavo!
Pagina dopo pagina, il romanzo di Márquez ci porta a Macondo dalla sua fondazione alla sua dissoluzione, in oltre "cent’anni di solitudine" della stirpe dei Buendia, che sembra portare con sé una maledizione che lo zingaro Melquiades ha racchiuso nelle pergamene che per oltre un secolo nessuno sarà in grado di decifrare.
Quelle di Márquez sono pagine piene di incontri, di figli, di amori a volte di incesti. Sono pagine ricche di realismo magico, dove i fantasmi continuano a relazionarsi con il mondo dei vivi, dove le esistenze superano le durate convenzionali e dove alcuni personaggi sono determinati a morire esattamente quando lo decidono loro. Si intreccia alla storia della Colombia questo romanzo, alle sue rivoluzioni e guerre civili in un ritmo crescente e pagine dalla scrittura così poetica che mi ha lasciata più volte senza fiato -in particolare, avvicinandomi alla conclusione: una perfetta chiusura del cerchio, in bilico tra il sogno e la realtà, come tutte le pagine che l’hanno preceduta.
Impossibile riassumere la trama di questo romanzo da cui bisogna farsi trasportare come dalla corrente, mentre i Buendia si avvicendano generazione dopo generazione, mentre arrivano su questa terra e l’abbandonano.
La mia sorpresa è forse piuttosto ingenua, dal momento che il suo autore ha vinto un Nobel per la letteratura nel 1982 e questo romanzo è acclamato come uno dei grandi capolavori del Novecento, ma per me è stata una vera sorpresa e ora che ci avviciniamo alla fine dell’anno non potrò che inserirlo tra le migliori letture del mio 2025!
Avete già letto questa magnifica opera?


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