giovedì 24 maggio 2018

Mio assoluto amore

Un caso editoriale, un esordio osannato, una copertina sulla quale nientemeno che Stephen King lo definisce "un capolavoro". Insomma gli elementi per sospettare c'erano tutti! Eppure ci sono cascata.



Titolo: Mio assoluto amore
Autore: Gabriel Tallent
Anno della prima edizione: 2018
Titolo originale: My absolute darling
Casa editrice: Rizzoli
Traduttore: Alberto Cristofori
Pagine: 413



LA STORIA

Julie odia il proprio nome e si fa chiamare Turtle. Ha quattordici anni, è alta per la sua età, è orfana di madre e vive nel folto di un bosco californiano insieme a suo padre, Martin. Lui è un uomo attraente, forte, crede a teorie catastrofiche sul riscaldamento globale e legge libri di filosofia, riempie il seminterrato di scatolame e la casa di armi pronte all'uso. Turtle sa sparare, sa scuoiare i conigli e mangiare la coda degli scorpioni; sembra che non abbia paura di nulla, eppure a scuola non ha amici e non si fida di coetanei e insegnanti. Turtle sa che tutti, compreso il nonno a cui vuole tanto bene, rappresentano una minaccia per la vita isolata che conduce, indottrinata dalla mente malata del padre, dal suo concetto distorto di amore e dalle violenze a cui in nome di quell'amore assoluto la sottopone. 

Foto Alamy - Mendocino Coast


COSA NE PENSO

Iniziamo col dire che sì, questo libro disturba, e sì, questo libro racconta un incesto. Le pagine dedicate a questo argomento sono nauseanti, anzi personalmente ho trovato nauseante in pratica ogni pagina dove comparisse il personaggio di Martin, con il suo carico di perversione. 
Ci sono pagine violente, crude, sanguinose: violenze perpetrate da un carnefice che si dichiara convinto di farlo per amore ma, pagina dopo pagina, si mostra sempre di più per quello che è: un pedofilo disgustoso, capace di lasciare sola la propria figlia per tre mesi alla prima difficoltà e sostituirla con un'altra bambina, più o meno rapita, che dovrà vedersela con la stessa folle violenza se non con una peggiore (la povera Cayenne è infatti protagonista della scena più cruenta di tutto il romanzo, l'amputazione di una parte di un dito, che mostra molto bene la personalità di Martin e quando una vittima di abuso da parte di un genitore sia soggiogata dal suo carnefice). 
Un grande pregio del romanzo è proprio questo: saper raccontare la dinamica malata di un rapporto tra padre abusante e figlia vittima, che arriva a detestarsi, ad odiare le donne, a rifiutare ogni forma di debolezza, e prova per il padre un amore contorto e profondo che infastidisce persino lei stessa, ma al quale non sa rinunciare fino al vero e proprio punto di rottura.
Il problema principale di questo libro però è che ci sono molti elementi aggiuntivi: è stracolmo di descrizioni della flora californiana, per prima cosa, che diventano via via un po' eccessive sebbene arricchiscano la narrazione. L'altro elemento in più nell'universo di Turtle e Martin sono i coetanei della ragazzina, Brett e Jacob soprattutto, i due con cui fa amicizia in un modo piuttosto bizzarro; per Jacob proverà poi una vera e propria infatuazione che scatenerà l'inevitabile reazione del padre-mostro. L'elemento dei ragazzi è importante per la storia; non lo è altrettanto però l'improbabile avventura sull'isola dove Turtle e Jacob rischiano la vita per pagine e pagine, lei riporta fratture e ferite a dir poco non necessarie (l'autore forse ci teneva ad aggiungere un tocco di splatter anche a quelle...). Certo, in quell'occasione emerge in modo evidente quanto Turtle abbia interiorizzato gli atteggiamenti paterni; ma visto che in seguito trascorrono mesi in cui la ragazzina si lega alla famiglia di Jacob e a quella di Brett, che poi spariranno di colpo al ritorno di Martin, questa parte del romanzo mi è sembrata piuttosto tirata per le lunghe.
Verso la fine poi ammetto di aver provato una vera e propria insofferenza durante la lettura, quando da un romanzo sostanzialmente psicologico la narrazione si trasforma in quella di un thriller ad alta tensione, in una rissa dal ritmo incalzante ed arricchita da un'intensa sparatoria... Nonostante mi avesse disturbato di più la parte precedente, l'avevo anche trovata più riuscita.
Turtle e Martin sono i veri punti di forza del romanzo: due personaggi indubbiamente d'impatto, imprigionati in un rapporto di potere dove il padre sente diminuire il proprio ed aumentare quello della figlia, che si sente al sicuro solo quando è sola, quando è libera. Se alleggerita di una buona quantità di pagine, credo che avrei apprezzato la loro storia molto di più; ora mi sento di consigliarla soltanto a coloro che vogliano mettersi alla prova con una lettura ricca di dettagli ai quali si fatica a dare importanza, alla ricerca come si è delle risposte, della soluzione che sbrogli la rete in cui Turtle e Martin sono intrappolati. 

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