giovedì 16 maggio 2019

Danze di guerra

La casa editrice NN ha pubblicato alcuni libri che sono stati tra le mie migliori letture del 2018: mi riferisco alla Trilogia della pianura di Kent Haruf e a "Salvare le ossa" di Jesmyn Ward. Ormai dunque mi aspetto grandi cose dai titoli che scelgono di portare sul mercato, e devo dire che le speranze che riponevo in questa raccolta di racconti non sono state per niente deluse.



 Titolo: Danze di guerra
Autore: Sherman Alexie
Anno della prima edizione: 2009
Titolo originale: War Dances
Casa editrice: NN Editore
Traduttrice: Laura Gazzarrini
Pagine: 201



Ventitré sono i brani che compongono questa raccolta: in alcuni casi si tratta di veri e propri racconti, in alcuni casi invece di brevi poemi, talvolta di bizzarre interviste destrutturate -dove alla domanda corrisponde una risposta che parla assolutamente di tutt'altro.
Sherman Alexie parla delle proprie origini di nativo americano e le trasferisce sui suoi personaggi (ad esempio l'uomo protagonista di "Furto con scasso", che viene percepito come bianco ma non si sente affatto tale). Mette se stesso nelle sue narrazioni, il proprio padre alcolista, elementi autobiografici mescolati ad altri di fantasia -difficile per un lettore distinguere gli uni dagli altri. 
Volevo chiamare mio padre per dirgli che un bianco pensava che il mio cervello fosse magnifico. Ma non potevo dirgli nulla. Era morto. Dissi a mia moglie e ai bambini che stavo bene. Lo dissi a mia madre e ai miei fratelli. Lo dissi agli amici. Ma nessuno rise tanto di gusto per il mio cervello magnifico quanto avrebbe fatto mio padre. Mi manca, quell'ubriacone bastardo. L'uomo che sentirò sempre più vicino è quello che in assoluto mi ha deluso di più.
I poemi contenuti in questa raccolta superano raramente la trentina di versi sciolti, fanno uso solo in poche occasioni delle rime baciate, e con poche parole riescono ad essere folgoranti, di grande effetto, e a proporre contenuti in cui è improbabile non riconoscersi
Mi sorprendono sempre / quelle coppie, / amanti e sposi, / che giocano e chiedono / agli altri di giocare / al gioco delle sedie / ogni volta che, per / un caso nei posti assegnati, / si trovano separati / l'uno dall'altra.
[...]
Ma, ah, ecco / la strana verità: / ogni volta che mi chiedono / di cambiare posto / per l'amore di qualcun altro, / lo faccio, lo faccio sempre.

Tra i racconti ci sono narrazioni capaci di spezzare il cuore: "Sale" è senza dubbio una di queste; lascia senza fiato, ad empatizzare e soffrire per l'anziana protagonista e le vicende che la riguardano. Alexie la racconta con pungente ironia, la arricchisce di osservazioni al limite dell'esilarante, ma l'inumidirsi degli occhi è quasi inevitabile.
Gli altri che ho preferito sono "Danze di guerra", "Furto con scasso" e "Il figlio del senatore" : hanno tre protagonisti maschili, uomini fragili, tormentati dai loro fantasmi: un omicidio avvenuto per una tragica fatalità, la malattia del proprio padre, l'omosessualità del proprio migliore amico.
C'è un tratto che accomuna tutti i diversi elementi raccolti in "Danze di guerra": a partire da avvenimenti del quotidiano (un necrologio da scrivere, un'infrazione domestica, un incontro in aeroporto) Alexie fa scaturire nel lettore riflessioni su temi chiave come la solitudine, l'identità, la realizzazione personale
Un'indiana di una certa età, una Sioux, scrittrice, studiosa e ciarlatana, era venuta a parlare dell'indipendenza e della letteratura degli indiani. Insisteva sul fatto che esistesse un qualche tipo di identità letteraria indigena, il che era paradossale visto che stava parlando in inglese a una stanza zeppa di professori bianchi. Ma non ero arrabbiato con quella donna, e neppure annoiato. No, ero dispiaciuto per lei. Ho capito che stava morendo di nostalgia. La nostalgia era diventata il suo falso mito -la sua coperta sottile- e la stava uccidendo.
Questo pluripremiato scrittore ha uno stile semplice ed evocativo, che nasconde però significati più profondi da ricercare con attenzione -soprattutto nei testi in poesia, dove un serpente apparentemente morto è molto più di ciò che sembra, o almeno questo è ciò che ho percepito io. 
I mortali hanno sempre sfidato gli dèi / e affrontato tempeste epiche per amore e/o desiderio. / Quindi non aver paura di dire chiaramente / che hai risposto alla chiamata della bellezza. / E anche se il tuo trionfo è stato modesto, / puoi ancora celebrare la tua odissea di adolescente.
Ho scoperto grazie a questa raccolta un autore che cercherò senza dubbio di approfondire; preferendo i romanzi ai racconti devo dire che non è stato un colpo di fulmine come per Kent Haruf, tuttavia nel corso della lettura mi sono trovata a riflettere sui suoi contenuti più volte e questo è indizio di un libro che lascia il segno. Anche a chi non è particolarmente amante delle raccolte di racconti, quest'operà potrà senz'altro piacere molto -è infatti priva di quei racconti "riempitivi" che spesso si incontrano in simili pubblicazioni, e potete essere certi che ogni narrazione che andrete a leggere abbia la sua ragione e il suo scopo.

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