lunedì 25 novembre 2019

L'italiano

Continuano i consigli di lettura provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente, questa volta con il romanzo che nel 2015 ha vinto il più prestigioso dei premi letterari per scrittori di lingua araba: l'Arabic Booker Prize



Titolo: L'italiano
Autore: Shukri Al-Mabkhout
Anno della prima edizione: 2014
Titolo originale: Al Italyeny
Casa editrice: E/O
Traduttrice: Barbara Teresi
Pagine: 368



LA STORIA

L'italiano si chiama Abdel Nasser, e in Italia non ha mai messo piede: vive in Tunisia, negli anni '80, ed è uno studente di giurisprudenza politicamente molto attivo. La sua è una bellezza particolare, quasi irresistibile per le donne che lo circondano, ed ai suoi tratti non comuni deve il suo soprannome "l'italiano"; deve loro anche l'amore di Zaina, brillante filosofa e aspirante professoressa.
Sullo sfondo c'è la Tunisia: la censura governativa, la presidenza di Bourguiba in lento declino fino al silenzioso colpo di stato di Ben Ali. Sullo sfondo c'è anche un mistero: l'aggressione di Abdel Nasser all'imam che celebra il funerale di suo padre, avvenimento che dà inizio al romanzo. 



COSA NE PENSO

"L'italiano" è un romanzo corposo, che racconta l'amore e la politica in un insieme coeso, dal ritmo pacato che fa immergere il lettore nella realtà del protagonista. 
Si tratta di un romanzo ricco di riferimenti letterari e non solo, dove intravediamo le opere di scrittori arabi, di sociologi e studiosi di vario tipo; è un romanzo poi estremamente politico, che dà grande importanza ai sindacati, alle unioni studentesche, alla coscienza di classe, all'etica del giornalismo e alle limitazioni imposte dai poteri dello stato.
"Non mi aveva detto che il vero giornalista è quello che ha agganci con la polizia?" "Giusto, ma per sapere come gira il vento, non per piazzarti nudo davanti alle folate... C'è una bella differenza. Altrimenti chi ti proteggerà?" "Un giornalista si limita a raccontare la verità dei fatti, a trasmettere la notizia. Si tratta di un'inchiesta, non di un articolo d'opinione". Si Abdel Hamid sorrise, e il suo era con ogni probabilità un sorriso sarcastico: "Stammi a sentire, figliolo. La verità, in Tunisia, ha un un'unica fonte, ovvero lo Stato... E di questi tempi il ministro dell'Interno è lo Stato".
Nonostante infatti le vicende personali di Abdel Nasser siano pura finzione, Al-Mabkhout racconta attraverso il suo protagonista la storia degli anni '80 in Tunisia, le tensioni politiche nel paese, il controllo imposto dal governo in tutti gli ambiti della società -molto evidente nella redazione del giornale in cui Abdel Nasser lavora dopo la laurea.
Il tutto è raccontato in prima persona da un narratore interno misterioso, che si intromette molto raramente e ci racconta di Abdel Nasser e Zeina dal punto di vista di chi li ha conosciuti -conferendo al romanzo un tono di grande realismo.
Su richiesta di entrambi io feci da testimone a Zeina. Non si fidavano di nessuno, e poi io ero un amico d'infanzia dell'Italiano e l'accompagnatore ufficiale di Zeina in facoltà.
Il maggior punto di forza del romanzo di Al-Mabkhout è proprio la sua credibilità: le storie, le vite di Abdel Nasser e di Zeina ci sembrano vere. Abdel Nasser è la pecora nera della famiglia, appartenente all'alta borghesia cittadina; suo fratello maggiore è emigrato in Svizzera ed è un affermato economista, ha sposato un'italiana del Canton Ticino e manda ad Abdel Nasser in Tunisia tutto il denaro che può, per sostenere i suo studi in giurisprudenza e il suo attivismo che portano a pochi risultati.
Zeina invece ha origini molto umili, non ha avuto le possibilità che sono state offerte ad Abdel Nasser e per questo lotta con le unghie e con i denti per essere la migliore tra le studentesse sperando di ottenere poi una cattedra all'università.
Sono sempre stata attratta da qualunque pagina scritta. Leggevo persino i fogli di giornale con cui il droghiere avvolgeva i prodotti. [...] Sono stata fortunata: quando mia madre ha scoperto la mia passione per la lettura ha cominciato a portarmi ogni giorno due quotidiani che trovava in casa della sua datrice di lavoro. Poi ha scoperto in cantina un'enorme quantità di libri e riviste in francese. Erano abbandonati lì, invecchiati dall'umidità e coperti di polvere, tanto che alcune pagine erano appiccicate e si riusciva a sfogliarle a stento, e a volte si strappavano. [...] Lei me li portava di nascosto e io li divoravo subito perché non vedevo l'ora di averne altri.
Negli alti e bassi della loro relazione si vorrebbe rimproverare prima l'una e poi l'altro, come faremmo con due conoscenti che vediamo innamorarsi ma non saper gestire i propri sentimenti perché troppo concentrati su se stessi: per Zeina infatti la carriera accademica verrà sempre al primo posto, e seppure Abdel Nasser desideri essere un buon marito davanti alla freddezza della compagna finirà per approfittare largamente della propria avvenenza.
La loro relazione diventa nel romanzo di Al-Mabkhout lo specchio della Tunisia, che passa dalle intense prese di posizione ad una passiva accettazione del passaggio del potere nelle mani di Ben Ali; i sogni e gli idealismi dei protagonisti vengono accantonati, ed emergono traumi del loro passato che non hanno mai elaborato completamente e li portano a sentirsi falliti nel proprio presente. 
Aveva pensato di dirglielo ma, dopo averci riflettuto per un po', aveva cambiato idea. In lui si era risvegliato l'uomo arabo che deve provvedere al sostentamento della donna. A metterlo in imbarazzo era il fatto che lei non facesse nessuna osservazione al riguardo. Abdel Nasser si rimproverava di averla abituata a gestire i suoi soldi, tanto da dover chiedere a lei il denaro per le sue spese quotidiane.
"L'italiano" è il romanzo d'esordio di Al-Mabkhout, che abbonda con i dialoghi e le descrizioni e lo arricchisce di molti dettagli; volutamente non chiude la propria opera in maniera netta (anzi, l'ho trovata un po' troppo frettolosa), perché la vicenda di Abdel Nasser dovrebbe trovare uno sviluppo nei prossimi anni -e mi aspetto che in esso troveremo la Primavera Araba e gli ultimi decenni della storia della Tunisia, mentre qui la lasciamo al 1990.
Per chiunque sia appassionato di letteratura araba e di politica dei paesi del Mediterraneo, questo primo volume è già imperdibile: le mie aspettative nei confronti del seguito sono ancora più alte!

Nessun commento:

Posta un commento