mercoledì 24 febbraio 2021

Doppio sogno

Nei miei anni di studio mi hanno assegnato la lettura di numerose opere della letteratura tedesca. Da adolescente però ero nella mia fase ribelle e oppositiva, e così non sono riuscita ad apprezzarne quasi nessuna... Solo ora, a distanza di più di dieci anni dal diploma, la sto riscoprendo: e mi riserva davvero delle belle sorprese!


Titolo: Doppio sogno
Autore: Arthur Schnitzler
Anno della prima edizione: 1926
Titolo originale: Traumnovelle
Casa editrice: Adelphi
Traduttore: Giuseppe Farese
Pagine: 131


LA STORIA

Fridolin e Albertine sono due coniugi nell’Austria asburgica del primo Novecento. Lui è un medico, lei una madre e una moglie; una sera decidono di confessarsi una reciproca tentazione in seguito ad un ballo in maschera a cui hanno partecipato. Questo è l’avvio di un percorso che vedrà protagonista Fridolin, incerto sul destino della propria unione coniugale e tentato da una dimensione in bilico tra il sogno e la realtà...

COSA NE PENSO

"Doppio sogno" è un racconto ambientato nell’Austria del primo Novecento che racconta la possibile crisi di un matrimonio. La racconta alternando oniriche avventure di Fridolin alla realtà di Albertine che riposa nel suo letto e che rivela come una confessione i propri sogni al marito, incapace di accettarli. Quello di Albertine è l’unico sogno che viene davvero raccontato nel romanzo, il cui titolo scelto dalla traduzione italiana non è del tutto fedele all’originale -e nemmeno al suo significato.

Arthur Schnitzler è stato un corrispondente e conoscente di Freud, oltre ad essere egli stesso un medico che si è interessato di ipnosi ed inconscio. Proprio questi elementi della psicanalisi si riflettono nel romanzo "Doppio sogno", i cui capitoli affrontano proprio la dimensione della realtà conscia e dell’inconscio vissuto nei sogni dai suoi personaggi. 
"[...] la realtà di una notte, sì, non dico nemmeno quella di un’intera vita umana, rappresenti al contempo anche la sua più intrinseca verità». «E nessun sogno», sospirò piano lui, «è completamente sogno»."
"Doppio sogno" è un’opera estremamente simbolica dove i personaggi stessi incarnano degli archetipi: questo vale in particolare per il pianista Nachtigall (il cui nome significa "usignolo") che trasporta Fridolin in una dimensione molto lontana dalla sua quotidiana realtà, fatta di doveri professionali e coniugali. 
Altrettanto simbolico è poi il personaggio della donna travestita da suora, che Fridolin incontra in questa dimensione sospesa della villa in piena notte dove si svolgono rituali dai quali lui è di fatto escluso -anche perché vi entrato con uno stratagemma. Questa donna che compie il suo sacrificio per Fridolin, del quale non conosciamo né l’identità né le motivazioni, è la molla che porta il protagonista ad abbandonare la dimensione di medio conscio nella quale si è lasciato trasportare e lo riporta alla sua vita completamente reale. 
"Se anche la donna che egli aveva cercato, bramato – e per lo spazio di un’ora forse anche amato – fosse stata ancora in vita e avesse continuato comunque a vivere la sua vita, quello che giaceva là, dietro di lui nella sala dal soffitto a volte, sotto la luce delle vacillanti fiammelle a gas, ombra fra le ombre, privo di senso e di mistero come quelle... per lui rappresentava, non poteva rappresentare altro che il pallido cadavere della notte appena trascorsa, ormai destinato a un’irrevocabile decomposizione."
Il sacrificio della donna infatti è quello che ricorda a Fridolin le motivazioni per tornare a casa, per tornare alla sua reale moglie che è, in fondo, la donna che ha sempre voluto. Proprio per questo, nonostante trasporti il lettore in ambientazioni oniriche misteriose e difficilmente comprensibili e prenda il via da un matrimonio apparentemente in crisi a causa delle fantasie dei due coniugi, la novella di Schnitzler è in realtà un ricongiungimento, un ritorno alla dimensione coniugale.


Il romanzo di Schnitzler è breve ma anche estremamente complesso. Con Fridolin si compie un percorso nel quale il lettore è portato, come il protagonista, a chiedersi quanto ci sia di vero e quanto sia solo sognato; l’introduzione è a mio parere assolutamente necessaria per cogliere gli aspetti psicoanalitici e simbolici dei personaggi e delle vicende che si trovano a vivere. 
È qui che Schnitzler, da poeta, tenta la grande metafora: i sogni ad occhi aperti sono notturni balli in maschera in pieno giorno.
Personalmente ho trovato questa novella molto riuscita, appassionante proprio per quanto confonde il lettore e per quanto lo disorienta, ma anche per la capacità dello scrittore di rendere del tutto credibili gli avvenimenti che racconta. Non ero sicura che avrei saputo apprezzare quest’opera, a cui mi ero già avvicinata senza successo anni fa: questa volta invece ne sono stata capace e penso che coglierò l’occasione per approfondire la produzione di Schnitzler!

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