giovedì 18 aprile 2019

Il ragazzo nuovo

L'Hogarth Shakespeare Project, che ha avuto inizio nel 2015, è un progetto che vede famosissimi autori contemporanei cimentarsi nella riscrittura di opere di William Shakespeare: tra di loro, Margaret Atwood, Jo Nesbo, Jeanette Winterson, Tracy Chevalier. È l'opera di quest'ultima autrice -il cui romanzo è una riscrittura dell'Otello- quella che finora mi ha incuriosita di più, ma ho intenzione di leggerne altre prossimamente.




Titolo: Il ragazzo nuovo
Autrice: Tracy Chevalier
Anno della prima edizione: 2017
Casa editrice: Rizzoli
Titolo originale: New Boy
Traduttore: Massimo Ortelio
Pagine: 204




LA STORIA


Nel 1974, in una scuola della città di Washington, arriva Osei. Suo padre è un diplomatico originario del Ghana, ed è l'unico allievo nero della scuola media: inevitabilmente il colore della sua pelle attira l'attenzione di tutti. In particolare Osei colpisce Dee, e tra i due scatta un'attrazione immediata; il loro idillio viene tuttavia turbato dai loschi piani di Ian che, servendosi loro malgrado di altri due compagni di classe (Mimi e Casper), riesce nell'intento di far ingelosire Osei e renderlo vittima dei propri sentimenti.

Josh Hartnett e Mekhi Phifer in una scena del film
"O come Otello" di Tim Blake Nelson (2001)

COSA NE PENSO


Come la tragedia di Shakespeare è suddivisa in cinque atti, anche il romanzo di Tracy Chevalier è suddiviso in cinque capitoli. Seppure con qualche variazione (ad esempio la vicenda del fazzoletto avviene nel terzo atto dell'Otello, mentre l'astuccio che ne svolge la medesima funzione viene intercettato nel quarto capitolo de "Il ragazzo nuovo), anche il susseguirsi degli eventi ricalca lo schema tracciato da Shakespeare.
I nomi dei personaggi che popolano le pagine della moderna riscrittura hanno inoltre le stesse iniziali di quelle della tragedia originale, essendo così immediatamente riconoscibili per il lettore, e presentano anche gli stessi tratti caratteriali: rancoroso ed infido Ian, ignara e fedele Dee, integerrimo ed attraente Casper, insicuro ed ovviamente geloso Osei. 
Non riusciva ancora a credere che una ragazza così carina potesse avere voglia di baciarlo.
La scelta dell'ambientazione negli anni '70 del Novecento è comprensibile: difficile pensare oggi ad una scuola statunitense popolata unicamente da allievi bianchi, dove il colore della pelle di uno studente arrivi ad attirare addirittura i sospetti ed il fastidio dei docenti. 
"La vita non è facile per nessuno. E a lui andrà fin troppo bene. Crescerà e troverà un buon lavoro, grazie alle leggi che proteggono le minoranze. Un lavoro che forse qualcun altro avrebbe meritato di più."

Scrivo questo pur essendo consapevole di quanto il razzismo di cui è vittima Otello nella Venezia del 1500 continui ad essere un problema di grande attualità -basti pensare al tragico numero di morti afroamericani per mano nella polizia negli Stati Uniti (fenomeno affrontato nel romanzo per giovani adulti "The Hate U give").
Quello di Tracy Chevalier è un romanzo scritto con un linguaggio estremamente semplice, e presenta alcuni elementi che non sono riusciti a convincermi: innanzitutto la vicenda si svolge nell'arco di una sola giornata scolastica, e per questo i legami apparentemente forti che si creano tra i personaggi (Dee ed Osei in particolare) non sembrano molto credibili. Un altro aspetto che ha suscitato la mia perplessità è l'età dei protagonisti coinvolti: essendo ambientata in una scuola media, i ragazzi sono appena adolescenti; ho trovato però il loro modo di agire ed i loro pensieri, specialmente quelli di Osei, un po' troppo maturi e consapevoli per l'età indicata dall'autrice.
Osei aveva già deciso di calcare sull'accento natio nella scuola di Washington, perché i bianchi sembravano più a loro agio con i neri africani. Non sempre era così, naturalmente, ma aveva l'impressione che gli americani si sentissero in qualche modo minacciati dai loro connazionali di colore, che a volte si servivano di quella paura a proprio vantaggio. Forse perché quello era l'unico vantaggio che avevano.  

Non è la prima volta che un'opera contemporanea cerca di avvicinare i più giovani alla tragedia di Shakespeare: mentre leggevo il romanzo di Tracy Chevalier infatti mi è venuto in mente un film di diversi anni fa, "O come Otello", ambientato in un'high school americana dei primi anni Duemila. Un simile scopo mi sembra perseguibile attraverso questo libro, che per via della centralità dell'ambiente scolastico e per via dell'età dei suoi personaggi credo sia particolarmente adatto ad un pubblico di lettori molto giovani
Per i lettori adulti invece, che probabilmente già hanno letto l'Otello di Shakespeare, questo romanzo è senza dubbio un esperimento interessante, ma a mio parere non del tutto riuscito

Nessun commento:

Posta un commento